tarino

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Buongiorno a tutti quanti.
In caso di rogito, presso il notaio, per la compravendita di una generica unità immobiliare (ad es. un appartamento) mi risulta che l'atto notarile possa procedere ed eventualmente concludersi unicamente se lo stato degli interni (validato da opportuna documentazione tecnica di rispondenza edilizia, redatta da un professionista del settore) corrisponde a quanto depositato in catasto in termini di planimetrie.

Quello che vorrei chiedere in questa sede è se quanto appena riportato vale anche per una successione ereditaria, ovvero: è richiesto anche in questo secondo caso l'obbligo di redigere una ARE che certifichi che lo stato delle attuali planimetrie dell'immobile corrisponda a quanto a suo tempo depositato in catasto?

Grazie in anticipo a chi vorrà rispondere.
 

Nemesis

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La dichiarazione della conformità allo stato di fatto dei dati catastali e delle planimetrie è richiesta per gli atti pubblici e le scritture private autenticate, quindi nei trasferimenti immobiliari inter vivos.
La successione ereditaria non è uno di quei trasferimenti.
 

nonnabelarda

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Mi allaccio a questo post per una questione simile. Sono over over over 70 e non vorrei lasciare ai miei futuri eredi pasticci. Ho un piccolo appartamento affittato che presenta difformità di planimetria (anni indietro avevamo fatto spostare una tramezza interna con nessuna comunicazione ne in comune ne in catasto, non ci sono stati ampliamenti di volume..
Mi chiedo sarà meglio che ora ancora sana di mente (almeno me lo auguro) dia incarico a un professionista per mettere le cose a posto oppure lascio le cose così come stanno lasciando le rogne ai posteri. Consigliatemi per il meglio. Vi ringrazio
 

basty

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Per @nonnabelarda: Premesso che lasciare le rogne ai posteri può essere una pratica per noi over salutare, direi: dipende.

Se i tuoi eredi intendono conservare ciò che ereditano, al massimo dividere le comunioni ereditarie che venissero a crearsi, la conformità non sarebbe necessaria ed essenziale.

Aggiungerei anche che dipende dalla vetustà del fabbricato: la conformità primariamente richiesta è quella urbanistica: ma se il progetto è molto datat e non più reperibile in comune, nessuno potrà contestare una difformità.
resterebbe la planimetria catastale: qui una volta bastava una pratica di rettifica della rappresentazione grafica, con poca spesa. Oggi forse deve essere accompagnata da una semplice comunicazione al comune di opere interne di edilizia libera, come se si facessero i lavori ora.
 

basty

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Un contratto divisionale richiede un atto pubblico o una scrittura privata autenticata. Quindi sono richieste le dichiarazioni di conformità allo stato di fatto dei dati catastali e delle planimetrie.
Grazie della precisazione.
Forse si può allora dire che data per conosciuta la situazione d'origine, da parte dei coeredi, in questi casi è probabile che le parti dichiarino la conformità, con ciò facendosi carico delle irregolarità esistenti
 

griz

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Aggiungerei anche che dipende dalla vetustà del fabbricato: la conformità primariamente richiesta è quella urbanistica: ma se il progetto è molto datat e non più reperibile in comune, nessuno potrà contestare una difformità.
resterebbe la planimetria catastale: qui una volta bastava una pratica di rettifica della rappresentazione grafica, con poca spesa. Oggi forse deve essere accompagnata da una semplice comunicazione al comune di opere interne di edilizia libera, come se si facessero i lavori ora.
corretto: puoi fare 2 cose: presentare una DIA in sanatoria con sanzione o comunicare i lavori come se li facessi oggi, però, se hai spostato un tavolato divisorio, serve comunque un tecnico che asseveri la conformità delle opere, quanto meno la verifica dei rapporti aeroilluminanti, poi la variazione catastale. Io ti consiglio di provvedere
 

basty

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Proprietario Casa
La domanda di @nonnabelarda e le varie risposte pervenute da “sagge” persone, mi ha messo di fronte agli stessi dilemmi di nonnabelarda: da mia moglie ho ereditato , oggi in comunione con mia cognata, un fabbricato realizzato dal loro nonno nel 1926-30, dove mio suocero ha fatto nel tempo vari interventi interni, come realizzare bagni e disimpegni, di cui presumo non esista regolarità urbanistica.
Io recentemente, in occasione di due frazionamenti regolarmente eseguiti, ho anche fatto redigere un completo riallineamento delle planimetrie anche delle restanti U.I. e nell’occasione, depositare l’elaborato planimetrico.
Mi chiedo ora se sia opportuno “svegliare il can che dorme”, mi riferisco alla eventuale conformità urbanistica, o lasciare ai posteri l’ardua sentenza.
 

Gianco

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Professionista
@tarino, in occasione della dichiarazione di successione, se l'immobile fosse irregolare si dovrebbe regolarizzare, sia dal lato urbanistico che catastale. Ovviamente nel caso specifico il tramezzo traslato dovrebbe rispettare sia le superfici minime dei vani che il rapporto aero-illuminante. In caso contrario, essendo un'opera di minore importanza, sarebbe opportuno ripristinare lo stato autorizzato.
 

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