Seth

Membro Attivo
Proprietario Casa
Riprendendo il quesito posto, poiché il testamento non ha disposto l'assegnazioni degli immobili ai distinti eredi, ma ne ha previsto la divisione a seguito di sorteggio, ritengo sia logico presentare la dichiarazione di successione nei termini, indicando gli immobili relitti in comunione, in attesa di assolvere alle prescrizioni del testamento. Il sorteggio, nel suo rispetto, potrà tenersi nanti il notaio in un momento successivo. Così facendo si rispettano, sia i tempi tecnici, che le volontà del de cuius.

Sinceramente non capisco, probabilmente per miei limiti. Il testatore ha disposto precisamente le sue volontà, a quanto apprendiamo. In questo caso ha disosto l’assegnazione dei beni tramite sorteggio, ma avrebbe potuto disporre qualsiasi altra divisione purché nel rispetto delle quote di riserva. Il notaio invece ritiene che, prima di attuare la volontà testamentaria, sia necessario attendere l’accordo tra gli eredi e nel frattempo procede come se fosse una successione legittima. Senza neanche interpellare uno degli eredi, che apprendiamo essere decisamente contrario a tale procedura che ritiene una forzatura.
Cioè potrei al limite capire che si disapplichi la volontà testamentaria di fronte all’accordo unanime di tutti eredi, ma non che lo si faccia solo perché lo chiedono alcuni eredi.
Di conseguenza si lascia la matassa da dipanare agli eredi, con possibili liti forse anche giudiziarie, proprio quello che il de cuius avrebbe voluto evitare, posso immaginare.
Neanche è stato fissato un termine massimo entro il quale procedere all’estrazione e se così è la situazione rischia di protrarsi sine die.
Tra l’altro, quando si arriverà finalmente alla divisione ereditaria servirà un atto di divisione con i relativi costi che si sarebbe potuto evitare attuando subito le disposizioni testamentarie, sempre se ho ben capito.

Da profano qual sono, potrebbe sfuggirmi qualcosa e in tal caso ringrazio in anticipo chi chiarirà meglio.
 

Francesco Brunetti

Membro Attivo
Proprietario Casa
Sinceramente non capisco, probabilmente per miei limiti. Il testatore ha disposto precisamente le sue volontà, a quanto apprendiamo. In questo caso ha disosto l’assegnazione dei beni tramite sorteggio, ma avrebbe potuto disporre qualsiasi altra divisione purché nel rispetto delle quote di riserva. Il notaio invece ritiene che, prima di attuare la volontà testamentaria, sia necessario attendere l’accordo tra gli eredi e nel frattempo procede come se fosse una successione legittima. Senza neanche interpellare uno degli eredi, che apprendiamo essere decisamente contrario a tale procedura che ritiene una forzatura.
Cioè potrei al limite capire che si disapplichi la volontà testamentaria di fronte all’accordo unanime di tutti eredi, ma non che lo si faccia solo perché lo chiedono alcuni eredi.
Di conseguenza si lascia la matassa da dipanare agli eredi, con possibili liti forse anche giudiziarie, proprio quello che il de cuius avrebbe voluto evitare, posso immaginare.
Neanche è stato fissato un termine massimo entro il quale procedere all’estrazione e se così è la situazione rischia di protrarsi sine die.
Tra l’altro, quando si arriverà finalmente alla divisione ereditaria servirà un atto di divisione con i relativi costi che si sarebbe potuto evitare attuando subito le disposizioni testamentarie, sempre se ho ben capito.

Da profano qual sono, potrebbe sfuggirmi qualcosa e in tal caso ringrazio in anticipo chi chiarirà meglio.
Bravissimo, hai esattamente sintetizzato! Chi mi rimborsa i costi generati da questa incompetenza per non dire altro. Non posso rivolgermi ad un notaio altro. Si proteggano te di loro. Nessuno va contro apertamente ad un collega
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Da profano qual sono, potrebbe sfuggirmi qualcosa e in tal caso ringrazio in anticipo chi chiarirà meglio.
Il testamento dispone le volontà del testatore: in questo caso non ha dato disposizioni certe e definitive. Poiché il sorteggio deve essere eseguito davanti ad un notaio alla presenza delle parti interessate, coinvolte. Queste non sono obbligate ad accettare, magari perché insoddisfatte delle disposizioni. Quindi, non se ne fa niente. Il testatore avrebbe dovuto essere più lungimirante. Pertanto soltanto un giudice può risolvere e dare una risposta, sperando che il suo interventi porti la pace e l'accordo fra gli eredi.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
All'atto di divisione, con o senza sorteggio, ci si presenta di propria spontanea volontà. Non c'è nessuno che te lo possa imporre. Al limite il giudice può risolvere la controversia.
 

Seth

Membro Attivo
Proprietario Casa
Queste non sono obbligate ad accettare, magari perché insoddisfatte delle disposizioni.

Esiste anche la possibilità di rinuncia all’eredità da parte di un chiamato non soddisfatto per qualsiasi ragione. Nessuno lo obbliga ad accettare l’eredità, se non gli sta bene. Semmai, che io sappia, si può agire giudizialmente in caso di non rispetto della quota di riserva degli eredi legittimi, o se ci sono altre condizioni e oneri illeciti che il testatore non aveva il diritto di imporre e un erede ha il diritto di rifiutare (avrai l’eredità solo se non ti sposi...!). Ma non mi pare che siano state sollevate obiezioni del genere.
Quindi in base a cosa “non sono obbligati ad accettare” le disposizioni testamentarie? tanto più che la volontà di disapplicare non è unanime ma solo di alcuni eredi a scapito di un altro erede.
 

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