Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
forse non avete visto quante vaccate ci sono in giro: lavori fatti da persone che si improvvisano elettricisti, idraulici e gasisti.
...

Alt.
Non mi risulta che ci si possa "improvvisare" idraulico (gasista) e "firmare" nuovi impianti..e la stessa cosa vale per l' elettricista.
Per quanto mi dicono, entrambi debbono frequentare corsi e ottenere abilitazioni o che dir si voglia.

Ps.
Ho visto pure tanti "professionisti" affermare cose che facevano dubitare di chi fosse stato il loro insegnante o quantomeno il loro "esaminatore".

Ho visto una miriade di dipendenti comunali andare ad ottenere il diploma o la laurea in certe zone o amene località ...perchè "più semplice".

Premesso che pure per l' APE vorrei capire quale vantaggio derivi al compratore da simile "certificato" ...posso citare testimonianza diretta (lavoro nel settore) che 10 professionisti (ingegneri) messi alla prova su un esempio pratico con dati prefissati hanno prodotto 10 risultati diversi...e gli estremi avevano differenze sostanziali.

Con questo criterio fra un po' servirà il certificato che il certificatore ha ottenuto idonea abilitazione a certificare il lavoro degli altri.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Alt.
Non mi risulta che ci si possa "improvvisare" idraulico (gasista) e "firmare" nuovi impianti..e la stessa cosa vale per l' elettricista.
L'idraulico che viene a casa mia, ogni due anni, a svuotare dal calcio il mio scaldabagno elettrico, che ha 19 anni, ha più di 70 anni: ha fatto solo gavetta; preferisce lavorare in nero, infatti se gli chiedo la ricevuta storce il naso, ma non rilascia ne fa impianti che richiedono il rilascio della Dichiarazione di Conformità; eppure lavora moltissimo.
Altro esempio nei supermercati che ho vicino a casa ogni tanto mi capita di vedere nuovi giovanotti che fanno i banchisti al reparto salumeria: da come tagliano e depositano le fette del prosciutto sulla carta del pacchetto, oppure da come tagliano il formaggio, si vede che sono impacciati con tali lavori e che nessuno gli ha mai insegnato come poi si chiude il pacchetto con dentro l'affettato. Probabilmente questi ragazzi avranno anche preso il diploma di Geometra ma non sanno fare il salumiere.
D'accordo, il fatto di aver ottenuto il diploma da salumiere non vuol dire che il soggetto sappia distinguere un capocollo da un lonzino o un prosciutto cotto nato come tale (che fa la sua bella figura sulla tavola) da un prosciutto pressato (da magiare, senza vederlo, assieme ad una fetta di sottiletta, di formaggio rigenerato, tra due fette di pan carré tostate) o da una spalla cotta.
Però questo se permetti dipende dalla serietà e professionalità degli esaminatori.
Bisognerebbe che, oltre alla legge che impone la frequenza di appositi corsi di specializzazione, si facesse una legge per la quale chi rilascia questi attestati che autorizzano a fare determinati mestieri, a fronte di eclatanti prove che il soggetto autorizzato non ha assorbito quanto spiegato, si andasse a recuperare l'esaminatore e licenziarlo.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
L'idraulico che viene a casa mia, ogni due anni, a svuotare dal calcio il mio scaldabagno elettrico, che ha 19 anni, ha più di 70 anni: ha fatto solo gavetta; preferisce lavorare in nero, infatti se gli chiedo la ricevuta storce il naso, ma non rilascia ne fa impianti che richiedono il rilascio della Dichiarazione di Conformità; eppure lavora moltissimo.
Altro esempio nei supermercati che ho vicino a casa ogni tanto mi capita di vedere nuovi giovanotti che fanno i banchisti al reparto salumeria: da come tagliano e depositano le fette del prosciutto sulla carta del pacchetto, oppure da come tagliano il formaggio, si vede che sono impacciati con tali lavori e che nessuno gli ha mai insegnato come poi si chiude il pacchetto con dentro l'affettato. Probabilmente questi ragazzi avranno anche preso il diploma di Geometra ma non sanno fare il salumiere.
D'accordo, il fatto di aver ottenuto il diploma da salumiere non vuol dire che il soggetto sappia distinguere un capocollo da un lonzino o un prosciutto cotto nato come tale (che fa la sua bella figura sulla tavola) da un prosciutto pressato (da magiare, senza vederlo, assieme ad una fetta di sottiletta, di formaggio rigenerato, tra due fette di pan carré tostate) o da una spalla cotta.
Però questo se permetti dipende dalla serietà e professionalità degli esaminatori.
Bisognerebbe che, oltre alla legge che impone la frequenza di appositi corsi di specializzazione, si facesse una legge per la quale chi rilascia questi attestati che autorizzano a fare determinati mestieri, a fronte di eclatanti prove che il soggetto autorizzato non ha assorbito quanto spiegato, si andasse a recuperare l'esaminatore e licenziarlo.
Tutto bene Luigi. Ritorno sulla responsabilità...che dovrebbe avere
almeno un limite temporale oltre ad un confine sicuro entro il quale scatta o non scatta. La voluta complicazione delle leggi e delle regole fa sì che il nostro Diritto viene deriso all'estero...E qui
non vado più oltre. qpq.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Ho letto in fretta i vari interventi, e forse ho inteso male, ma provo a rispondere ad alcune a parer mio imprecisioni

- Non è assolutamente vero che si debba pagare un balzello in più per avere la DICO a fine lavori: oggi gli impianti devono essere realizzati da ditte qualificate (anche l'artigiano abilitato) ed a fine lavori devono rilasciare l'attestato. L'errore semmai sta nell'affidarsi a persone che non hanno titolo per certificare il lavoro fatto.

- Che le DICO non garantiscano in assoluto la sicurezza, può essere vero, come qualunque pezzo di carta: di laureati asini patentati ce ne sono, non per questo s può generalizzare.

- Il locatore che abbia le certificazioni in ordine, secondo me può ritenersi a posto: la manutenzione ordinaria degli impianti è a carico dei conduttori. Anche qui può sempre sorgere il caso che fa eccezione, ma in generale cosa può fare di più il proprietario dell'immobile? Suonare un giorno si e l'altro pure per andare a far verificare che tutto si mantenga in ordine...? Fino all'anno scorso ad es. per la manutenzione caldaia era esplicita la responsabilità del conduttore.
Oggi il legame tra libretto di caldaia in ordine e validità decennale dell'APE, fa richiedere da parte del locatore , annualmente, la verfica che il conduttore abbia fatto eseguire i dovuti controlli. Ma finisce li.

- APE: convengo qui che aver stabilito l'obbligatorietà del documento in caso di locazione o vendita è eccessivo; ma in Italia era l'unico modo per far prendere coscienza agli italiani del problema energetico. Sicuramente più efficace l'obbligo di contabilizzazione: lo criticavo perchè di per sè non contribuisce ad alcun risparmio "vero" (salvo migliorare i comportamenti). Invece sono notevoli i risvolti secondari: in case anni 70 senza isolamenti, la contabilizzazione ha messo in evidenza esasperandoli, gli sbilanciamenti e le dispersioni, obbligando i proprietari ad intervenire con isolamenti delle pareti esposte.

E' indubbio che tutto questo menar di carte ha generato lavoro ed introiti per certe categorie: ma è anche vero che il risultato va verso una maggiore professionalità nel lavoro, sa per competenze tecniche che normative: e ciò non guasta.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Nessuna imprecisione:

1)Qualsiasi "certificazione" introduce dei costi che inevitabilmente vengono addebitati al cliente finale. Il fatto che non vi sia apposita "voce" sul consuntivo non significa che qualsiasi imprenditore non debba tenere conto di detti costi nel formulare i prezzi o il totale dovuto.

2)Non mi dilungo fra manutenzione ordinaria e straordinaria...ma va da se che fra un conduttore e il successivo l'impianto stesso torna sotto piena responsabilità del proprietario (tanto per fare un esempio).
Comunque certificati o meno sempre proprietario resta e in quanto tale responsabilità diretta.

3)Certo che se una persona di cultura "obbligatoria" (siamo nel 2015) necessiti di qualcuno che lo avvisi sul potenziale consumo per il riscaldamento di un edificio...e lo faccia tramite un pezzo di carta dove si arrabattano calcoli presuntivi di quello che potrebbe essere un consumo medio...senza che per tramite dello stesso possa accampare rivalse in caso di difformità nei costi effettivi...beh...continuamo a farci del male.

Quando non esistevano obblighi di certificazione...in quasi tutti i settori (costruzioni incluse) era comunque noto ai consumatori chi fossero i produttori di qualità.

Certe "regole" sarebbero benvenute...ma non serve inventarsi nulla che altri non abbiano già fatto per certi casi specifici.
A titolo di esempio negli Usa i produttori di auto debbono dichiarare i consumi e in caso di palese difformità ...pagano sanzioni.

Auto: il bluff dei consumi dichiarati — Consumatori — E-R Il portale della Regione Emilia-Romagna

Hyundai e Kia, maxi multa per i consumi errati
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Nessuna imprecisione:
Apprezzo sempre i tuoi interventi, ma sarei meno categorico.
1) Qualsiasi attività, anche amministrativa, rappresenta un costo, è ovvio: ma non credo che il prezzo sarebbe diverso in assenza di questo rilascio di certificazione. A meno che tu consideri la possibilità, evitandolo, di fare anche la regolare fattura ed esposizione di IVA, che tutti noi eviteremmo volentieri..., ma questa è un'altra storia.
Sta di fatto che la DICO rilasciata, è di fatto una assunzione di responsabilità da parte del sottoscrittore: che se non è un incosciente deve quanto meno conoscere la norma tecnica aggiornata relativa al proprio lavoro. Il tradizionale artigiano può far comodo molte volte, ma è in via di estinzione: ed oggi mi sembra doveroso pretendere dagli addetti ai lavori una istruzione e preparazione anche teorica superiore. I manuali di installazione, e le norme impantistiche vanno lette e capite: non sono da accantonare perchè tanto nella pratica si ritiene di saper tutto.

2) Anche sul punto due la risposta mi sembra tirata per i capelli: è ovvio che tra un conduttore e l'altro la responsabilità ritorna al proprietario: ma che c'azzecca? Non stavamo parlando di responsabilità del proprietario nei confronti del conduttore d turno?
Non mi convince poi la chiusa finale: durante il periodo di locazione non mi torna la "responsabilità diretta" del locatore: forse intendevi del conduttore....
Ne è esempio la responsabilità circa la conduzione e manutenzione della caldaia.
La responsabilità "indiretta" del locatore potrà essere tirata in ballo, ma dovrà essere anche documentata e dimostrata. (almeno credo)

3) Al punto 3 siamo alle opinioni: conveniamo che per il cliente (acquirente o conduttore) è molto più sbrigativo conoscere cubatura e consuntivi storici dei riscaldamenti pregressi per avere conoscenza reale dei costi di riscaldamento.
Ma è il modo con cui noi italiani recepiamo queste direttive, che in altri paesi sono una regola ed ocacsione di opportunità, (vedi casa clima, quota di fotovoltaico in ... Germania!!!!,... ), ad essere un palese esempio di autolesionismo sciocco.
Invece di capire il fine e provevdere per tempo ad adeguare gli edifici, ci piangiamo addosso e ci limitiamo a far produrre il "pezzo di carta farlocco"

Certamente ogni medaglia ha il suo rovescio: pare che gli edifici più recenti, costruiti in classe A, più costosi, rimangano spesso invenduti: ma questo riflette lo stato di indigenza medio attuale, oppure insipienza.

Ma sarebbe bugia dire che oggi, al momento di prendere in locazione o acquistare un immobile, la gente non si interroghi sui costi energetico futuri: certamente prevarrà sempre la posizione, l'ambiente circostante, il prezzo: ma a parità delle prime verrà immediatamente preso in considerazione il costo di esercizio.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
vedi casa clima
è quella che ha spinto il governo italiano a recipire la normativa europea che prevede l'APE.
L'APE dovrebbe essere una cosa seria, tuttavia i nostri governanti hanno sbolognato l'incombenza di redigere la normativa alle Regioni mettendo alcuni paletti lobbistici; così si sono creati certificatori che solo per il fatto di essere ingegnere (magari elettrotecnico) iscritto all'albo degli ingegneri potevano fare liberamente l'ACE/APE, e questo vale per i Periti Chimici, Geometri ecc... ecc... Poi alcune Regioni più sensibili al risparmio energetico che hanno organizzato corsi per creare certificatori e creare appositi albi, altre Regioni hanno lasciato le cose come da volere del Governo Centrale.
Così si è creato un caos: in certe regioni la certificazione energetica si paga 350/450 €, in altre Regioni il presso è al ribasso più completo, a Roma ormai trovi certificazioni a 100 € (ho visto anche 60,00 €).
E la responsabilità di cui si parlava? Nessuna. La responsabilità è del programma si mettono dentro il pc i dati ed il programma da il risultato, con i diagrammi e gli indici a colori. Ma avete provato a fare l'ACE/APE usando programmi diversi? Se va bene l'appartamento rimane nella stessa classe pur variando il valore della richiesta energetica, a volte cambia la classe di appartenenza.
Poi, gli appartamenti costruiti prima del 1990 sono per il 90% in Classe G, la peggiore, tanto è vero che i notai avevono pensato di accettare l'autocertificazione (che non costa nulla) della appartenenza alla classe G dell'appartamento messo in vendita. Ma l'europa ci ha tirato le orecchie obbligandoci a fare queste certificazioni.
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità

Le Ultime Discussioni

Alto