alberto bianchi

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Appunto. Quando chiedevo se cè qualche riferimento di sentenza era anche per capire quanto può essere valorizzato un piano di studi universitario + master.
Non mi sono mai occupato di problemi simili, ma mi pare, dalle note postate da jerry, che un Corso Universitario svolto in una normalissima università statale faccia parte della normale Istruzione e non costituisca ancora Istruzione Professionale. Un Master invece è Istruzione Professionale, la frequentazione di una università privata (Es. Bocconi) o all'Estero esulano dalla normale attività di Istruzione e dalla Normalità in senso lato, visti i costi che bisogna sostenere.
 
J

JERRY48

Ospite
........levateve tutti........ Srotolate il tappeto...... Che adesso passo io..... In nome del popolo italiano ....... La legge non ammette ignoranza......chiaro e tondo! Arciera niente frecce da tirare quando jerry interviene tutti sull attenti!
io invece sto sempre in agguato, ma peggio di me c'è sempre la tigre.[DOUBLEPOST=1406930047,1406929846][/DOUBLEPOST]e vabbeh! aggiungiamo che gli piacerebbe anche a lui combattere un pò, se no quel bastone quando lo usa?
non lo merito tutto ciò.
per il bastone vale sempre il tris.[DOUBLEPOST=1406976589][/DOUBLEPOST]
la frequentazione di una università privata (Es. Bocconi) o all'Estero esulano dalla normale attività di Istruzione e dalla Normalità in senso lato, visti i costi che bisogna sostenere.
Il fulcro è questo.
 

quiproquo

Membro Senior
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Non mi sono mai occupato di problemi simili, ma mi pare, dalle note postate da jerry, che un Corso Universitario svolto in una normalissima università statale faccia parte della normale Istruzione e non costituisca ancora Istruzione Professionale. Un Master invece è Istruzione Professionale, la frequentazione di una università privata (Es. Bocconi) o all'Estero esulano dalla normale attività di Istruzione e dalla Normalità in senso lato, visti i costi che bisogna sostenere.
@AlbertoBianchi. Può darsi che sia così in senso generico ma se andiamo sul pratico con un esempio concretissimo sotto gli occhi di tutti, le cose, con un pedante e a volte furibondo sedicente leso e una avvocato avido, vanno nella direzione che in tanti modi ho evidenziato nei vari forum sulla Collazione-Donazione. Questo è l'esempio: Padre geometra, oppure ragioniere, o altro con due figli-
Entrambi studiano per geometri oppure uno geometra l'altro ragioniere o altri percorsi della scuola dell'obbligo come la maturità classica o scientifica. Uno dei due si ferma al diploma di Ragioniere, l'altro, con quello del geometra, si sente di continuare iscrivendosi alla facoltà di Archietettura (è accaduto ad un mio carissimo amico in quel di prov.Alessandria...)...Ora frequentare
l'università non è gratis...i costi sono notevoli tanto che non tutte le famiglie se lo possono permettere e tante compagne della mia prima nipotina unica figlia della mia prima figlia,iscritta in veterinaria università di Grugliasco, hanno dovuto fermarsi per via dei costi per loro insopportabili...una di essa è già finita barista... Ritorniamo all'esempio: Il fratello ragioniere si piazza molto bene in uno studio di commercialisti e lì rimane per tutta la vita con un buon livello retributivo. Il fratello architetto (il mio amico per 5 anni andava e veniva da Alessandria a Milano ) dopo 5-6 anni si inserisce in uno studio e dopo qualche anno si mette in proprio...
Dopo 10-15 anni il suo livello reddituale è più alto del fratello, il quale a babbo morto, invoca la collazione nell'asse ereditario delle spese universitarie e sostentamento sostenute nei 5-6 anni di università del fratello, mentre lui, il poveretto, già si faceva un C..lo così...Ora per complicare spudoratemente l'esempio
il ragioniere si rivolge all'avido Avvocato il quale non molto ferrato in economia, lo appoggia a un perito del tribunale che comincia
a conteggiare quei costi aggiornandoli, dimenticandosi di effettuare sia pure un piccolo conguaglio in merito al fatto che il ragioniere, sia pure lavorando, aveva raggiunto la meta ideale di vita ben 5-6 anni prima del fratello. Tutto questo solo per rimarcare
la diabolica decisione di trasferire l'istituto benemerito della Collazione in ambito familiare e strettamente individuale (penso
al De Cuius calpestato nelle sue, a volte sofferte, scelte decisionali di tutta una vita...). Ci sarebbero ancora un corollario di riflessioni,ma non mi sembra il caso...perchè si trattava solo di precisare che resto in dubbio sull'affermazione del postante se le spese universitarie siano da considerare extra o no. Grazie. QPQ.
 

alberto bianchi

Membro Storico
Proprietario Casa
perchè si trattava solo di precisare che resto in dubbio sull'affermazione del postante se le spese universitarie siano da considerare extra o no. Grazie. QPQ.
Carissimo qpq, hai fatto un ragionamento molto chiaro e logico ed il considerare le spese universitarie extra o meno nell'eventuale recupero nell'Istituto della Collazione può essere suscettibile di ulteriori considerazioni.
Ma, secondo il mio punto di vista, la considerazione da fare va al di là di questo aspetto.
Secondo il mio modesto parere, basato su principi di logica, ragionevolezza ed equità che sono gli elementi che dovrebbero distinguere ogni legge, questione bisogna analizzarla allo stesso modo.
Torniamo al tuo esempio:
- il ragioniere ha scelto liberamente di non iscriversi all'università o è stata una scelta del genitore, economicamente non in grado di sostenere il costo per due figli all'Università?
La mia risposta è che se il ragioniere ha scelto liberamente, non ha alcun diritto a far includere nella collazione i costi sostenuti dal genitore per l'altro fratello. Il Genitore, secondo me, ha espletato in pieno la sua funzione di garantire al figlio (ragioniere ) l'indipendenza economica.
P.S. in fondo il Genitore, una volta raggiunta l'indipendenza economica dei figli, avrebbe anche potuto sperperare il suo intero patrimonio, ai tropici con una leggiadra mulatta, senza lasciare alcunché da ripartire tra gli eredi al momento della dipartita.
L'avidità dell'Avvocato è lampante ed il suo scopo è chiaro, difronte al quale non esiste la parola "moralità. L'Unico apparente antidoto è utilizzare i principi della Medicina Omeopatica: combattere il simile con il simile.
Ad un Avvocato duro contrapponigli un altro Avvocato, possibilmente più duro.
At salut.
Cerea né.
 
J

JERRY48

Ospite
@QPQ
Io mi esprimo ed intervengo nella discussione molto...sentita e dibattuta da QPQ con il codice alla mano e non posso altrimenti perchè dovrei parteggiare per lui o per un ipotetico...antagonista coerede.
Ai fini del calcolo delle quote di legittima la legge impone di considerare il patrimonio costituito dal complesso dei beni lasciati dal de cuius, cui vanno sottratti i debiti e, ancora, sommate le donazioni,compiute in vita (art. 556 c.c.).
L'attribuzione a favore dei legittimari di una pretesa ad una porzione del patrimonio del de cuius costituisce certo un limite al potere di disporre per testamento e, prima ancora, con donazioni, ma il limite non incide sulla validità delle disposizioni mortis causa e delle donazioni bensì sulla loro efficacia. Il diritto del quale è titolare il legittimario è, infatti, affidato all'esperimento dell'azione di riduzione, diretta alla reintegrazione della quota a lui riservata.
L'insistito richiamo alla donazione permette poi di tornare sulla differenza tra azione di riduzione e collazione. Mentre la collazione ha la funzione di mantenere omogenee in sede di divisione le quote assegnate dal testamento o dalla legge a ciascun erede, l'azione di riduzione serve a tutelare la pretesa dei legittimari. Ancora, la collazione ha una consistenza effettiva, nel senso che coloro che vi sono tenuti conferiscono alla massa i beni ricevuti in vista della divisione complessiva.
Mi fermo.
 
J

JERRY48

Ospite
credo non rilevi a quali delle categori appartengo.
Jerry se una donazione ha espressa dispensa dalla collazione
che si fa ?
Poichè la regola è ispirata ad una presunta volontà del de cuius, si comprende come questi possa esprimere una scelta diversa mediante la dispensa dalla collazione (art.737 c.c.) che vale ad evitare che il figlio o il coniuge imputino alla propria quota quanto ricevuto per donazione. Ma va rilevato che la dispensa dalla collazione non può far sì che la donazione leda i diritti dei legittimari (art. 737, 2° comma, c.c.:<<la dispensa dalla collazione non produce effetto se non nei limiti della quota disponibile>>).
 

quiproquo

Membro Senior
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Carissimo qpq, hai fatto un ragionamento molto chiaro e logico ed il considerare le spese universitarie extra o meno nell'eventuale recupero nell'Istituto della Collazione può essere suscettibile di ulteriori considerazioni.
Ma, secondo il mio punto di vista, la considerazione da fare va al di là di questo aspetto.
Secondo il mio modesto parere, basato su principi di logica, ragionevolezza ed equità che sono gli elementi che dovrebbero distinguere ogni legge, questione bisogna analizzarla allo stesso modo.
Torniamo al tuo esempio:
- il ragioniere ha scelto liberamente di non iscriversi all'università o è stata una scelta del genitore, economicamente non in grado di sostenere il costo per due figli all'Università?
La mia risposta è che se il ragioniere ha scelto liberamente, non ha alcun diritto a far includere nella collazione i costi sostenuti dal genitore per l'altro fratello. Il Genitore, secondo me, ha espletato in pieno la sua funzione di garantire al figlio (ragioniere ) l'indipendenza economica.
P.S. in fondo il Genitore, una volta raggiunta l'indipendenza economica dei figli, avrebbe anche potuto sperperare il suo intero patrimonio, ai tropici con una leggiadra mulatta, senza lasciare alcunché da ripartire tra gli eredi al momento della dipartita.
L'avidità dell'Avvocato è lampante ed il suo scopo è chiaro, difronte al quale non esiste la parola "moralità. L'Unico apparente antidoto è utilizzare i principi della Medicina Omeopatica: combattere il simile con il simile.
Ad un Avvocato duro contrapponigli un altro Avvocato, possibilmente più duro.
At salut.
Cerea né.
@alberto. Innanzitutto grazie. Poi non sono stato capace di farti cogliere il punto base del mio ragionamento. E lo ripropongo:
Tu hai affermato che le spese post corsi universitari come i master
devono o potrebbero rientrare nella Collazione assegnando lo spartiacque al corso universitario, quindi indenne questo da Essa.
Io, senza certezza (non sono il Tigre), retrocedo lo spartiacque alla fine della scuola dell'obbligo dove non potrebbe essere ammessa nessuna richiesta collattiva, semplicemente in ossequio alla parola
OBBLIGO...Nei secoli scorsi il limite poteva assestarsi alla licenza elementare e dopo alla scuola media...da alcuni decenni è stato elevato alla cosiddetta maturità o simile. Collegandomi al tuo post, un giudice potrebbe di volta in volta valutare in base alle condizioni sociali ed economiche della famiglia, per cui in certi casi anche la spesa per il master non rientrerebbe nella Collazione, mentre in altri rientrerebbero entrambe comprese quelle universitarie. Procedo a vista: oggi le lauree non bastano più e il ricorso alle specializzazioni si rende necessario e il padre-padre si svena per assicurare al figlio meritevole e VOLENTEROSO il prosieguo post laurea. Virtualmente è come se spostassimo il limite
della scuola dell'obbligo al livello dei master, dove, attenzione, l'obbligo non è più pubblico, cioè dello STATO, bensì della FAMIGLIA, tutta la famiglia, compresi i futuri fratelli-eredi sedicenti lesi, tutti insieme tesi, chi in un modo chi in un altro,
al perseguimento di tale scopo...E' la legge (malvagia...) ) che insinuandosi poco a poco nella conoscenza del suo impianto determinerà l'atteggiamento non più fraterno dei futuri eredi.
In contrasto con il "solidale" percorso precedente. In sintesi:
Cento volte NO a collocare le spese eccedenti o meno di qualsiasi tipo di istruzione nell'azione collattiva... Anche se ci fossero più di un master. Infine: sono contrario del tutto alla legge...ma che almeno si modificassero alcune punte "STORTE"...e questa sull'eccedenza delle spese scolastiche e per l'avviamento alla professione è una di quelle. Senza certezza e nessuna pretesa di
proselitismo. Arciera vi punirebbe alla grande. E non sarebbe salutare...Di nuovo grazie per l'attenzione. qpq.
 

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