Aldebaran75

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Grazie Gianco, come ho scritto nel primo post la quota di affitto la chiederei dalla data della morte di mio padre.
Uragano, essendo mia madre venuta a mancare prima dell'acquisto dell'appartamento, mio padre poteva disporre di un terzo. Il resto avrebbe potuto dividerlo fra i 5 figli, quindi compreso nuovamente mio fratello. Facendo i conti la quota alla fine sarebbe stata di 13,20. Fosse stato anche 1/3 a lui e 2/3 alle figlie sarebbe stato 16.5%.
Ma al di là dei numeri onestamente non ho nessuna voglia di lasciare aperta una situazione che mi pesava, e mi pesa tuttora, anche se in misura molto minore, preferirei liberarmi in fretta della comunione con lui.
 

Dimaraz

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Puoi pretendere una quota dei "frutti" ma solo dal momento che chiedi lo scioglimento della comunione o dal momento che il comunista ti impedisce il godimento del bene.
 

Aldebaran75

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Cosa intendi per "impedisce il godimento del bene"? Dovrei fare richiesta per poter abitare anch'io nell'appartamento? O basterebbe comunicargli l'intenzione di vendere o affittare?
 

Nemesis

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Dissento anche sul punto 2. Il proprietario di un bene all'asta non può partecipare all'asta stessa.
Infatti. Può però chiedere l’attribuzione delle quote degli altri comproprietari, anche dopo che sia stata disposta la vendita all'incanto (ma prima che sia effettuata la vendita a un terzo).
 

Dimaraz

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Come premesso ci sono tanti particolari che avevi omesso e magari altri ne mancano.
Risulta che nessuna delle sorelle abbia contestato l'uso dell'abitazione al fratello e pure tuo padre aveva concesso un usufrutto o tacito consenso.

Se fino ad ora non hai goduto del bene comune non puoi addebitare nulla salvo che il fratello abbia esercitato un possesso esclusivo
Cosa intendi per "impedisce il godimento del bene"? Dovrei fare richiesta per poter abitare anch'io nell'appartamento? O basterebbe comunicargli l'intenzione di vendere o affittare?

Quello che si definisce con i temini usati....impedirti nei fatti di poter godere del bene.

Per come l' hai spiegata sia da quando era in vita tuo padre hai concesso "tacitamente" l'uso della tua parte di bene.

Una tua richiesta di "godere" dei frutti assume valore solo dal momento in cui tu esprimi tale volere...e uno dei "comunisti" te lo impedisca.

Tu in qualsiasi momento puoi cambiare opinione e chiedere a tuo fratello un "compenso" per leventuale uso esclusivo.

Tuo fratello potrà accettare di discuterne o potrà fare "orecchie da mercante".

In questo secondo caso tu dovrai chiedere lo scioglimento della comunione in accordo fra tutti (improbabile) o ricorrendo al Giudice.

Tuo fratello (come le altre sorelle) dovrà scegliere se acquistare la tua parte o rimanere proprietari di quanto già dispongono.
Al Giudice a cui eventualmente ti rivolgi potrà agire a sua discrezione scegliendo sulla base di motivazioni più opportune. Ad esempio, visto che tuo fratello detiene il 50% e usa il bene come prima casa, potrebbe riservargli l' assegnazione con relativa compensazione verso chi non vuole essere più comunista.

Vi potrebbero essere anche altre possibilità (suddivisione fisica del bene).

Dissento anche sul punto 2. Il proprietario di un bene all'asta non può partecipare all'asta stessa.

La sagra dei "dissento" :applauso:...certo che il proprietario non può partecipare all'asta stessa...ma siccome non può essere messo all' asta la quota di propreità di chi non vuole rinunciare...in questo caso il fratello potrebbe partecipare per acquistare la quota della sorella.


Aldebaran...tralasciando i "cavilli" giuridici...ti dichiari proprietaria del 12,5% di un bene di cui ora vorresti pretendere i "frutti"...che sarebbero sempre il 12,5% dei quantificabili da un Giudice.
Credi varrebbe la pena addentrarsi in una causa le cui uniche cose certe sarebbero gli anticipi di spesa e gli anni per avere una sentenza di cui l' esito potrebbe esserti avverso o con compensazione delle spese?

Chiedi un accordo a tuo fratello (o alle altre sorelle) o procedi con la divisione giudiziaria della comunione...ma lascia perdere il passato.
 

Aldebaran75

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Infatti. Può però chiedere l’attribuzione delle quote degli altri comproprietari, anche dopo che sia stata disposta la vendita all'incanto (ma prima che sia effettuata la vendita a un terzo).
Capisco ma a che prezzo? Quello che temo è che possa fare orecchie da mercante, farci perdere tempo e denaro, per arrivare ad asquistarla ad un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato.
 

Aldebaran75

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Risulta che nessuna delle sorelle abbia contestato l'uso dell'abitazione al fratello e pure tuo padre aveva concesso un usufrutto o tacito consenso.
In realtà 3 di noi contestammo fin dall'inizio l'uso esclusivo dell'appartamento, non tanto perchè volevamo goderne i benefici ma in quanto perchè mio padre si ritrovò a pagare un affitto per un abitazione e a non godere dei frutti della sua.
All'inizio i due stipularono una promessa di vendita, mio padre si impegnava a vendere l'appartamento a mio fratello. Il ricavato l'avrebbe diviso equamente fra noi 5 figli, che gli avremmo pagato l'affitto del suo appartamento in quote paritarie. Poi purtroppo mio padre ha cominciato ad avere problemi di salute notevoli. Alla fine si è fatto raggirare, mio fratello diceva di aver pagato tanto di spese condominiali, di ristrutturazioni etc. E dell'affitto che abbiamo chiesto a mio fratello (che coprisse almeno i costi dell'affitto di mio padre) non se ne è avuta più traccia.
A quel punto però mio padre non era più in grado di comprendere quanto stava accadendo. Avevo proposto di richiedere un amministratore di sostegno, ma putroppo per vari motivi la cosa non è stata fatta.
Tutto questo non è mai stato scritto, in quanto con mio padre non c'era più la possibilità di ragionare, e finchè non avessimo richiesto un amministratore lui aveva pieno potere decisionale.
 

Aldebaran75

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Aldebaran...tralasciando i "cavilli" giuridici...ti dichiari proprietaria del 12,5% di un bene di cui ora vorresti pretendere i "frutti"...che sarebbero sempre il 12,5% dei quantificabili da un Giudice.
Credi varrebbe la pena addentrarsi in una causa le cui uniche cose certe sarebbero gli anticipi di spesa e gli anni per avere una sentenza di cui l' esito potrebbe esserti avverso o con compensazione delle spese?
Assolutamente no. Non ho richiesto l'integrazione della legittima proprio per evitare lungaggini. Vorrei liberarmi al più presto, e senza pena.
Ma conoscendo il soggetto, preferisco sapere a cosa potrei andare incontro prima di proporre qualsiasi cosa, o eventualmente prendere qualsiasi decisione.
L'affitto lo chiederemmo noi sorelle, non tanto per il nostro 12% ma in quanto il nostro 12% sommato arriva a coprire una metà di un affitto intero. Io posso immaginare che se non gli faremo una proposta del genere lui continuerà a usufruire del bene, non accetterà una vendita perchè per lui non sarà conveniente. A che pro pagare per una cosa di cui beneficia già?
 

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