basty

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:^^: Mi sembra una norma per far pagare i boccaloni, e fatta apposta per essere aggirata dagli addetti ai lavori....
Curiosa conclusione dell'iter!
 

quiproquo

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La rinuncia, a differenza dell'accettazione, non può avvenire tacitamente.
Grazie Nemesis sicuramente è come dici...Non la chiameremo rinuncia..lo sarà di fatto deduttivamente dalla mancata assunzione della qualifica di erede che non sono in grado a quale articolo si riferisca...so che è previsto...Se non vi è accettazione esplicita, nè quella tacita...cosa ne facciamo di questo "legittimaro" che non accetta esplicitamente con le azioni caratteristiche e non muove foglia fino a sparire del tutto dall'ambito successorio??? Lo citiamo in giudizio???
Ebbene sì! Chiunque lo chiamerà in base all'art.481(?) lui, perdurando il rifiuto, perderà il diritto di accettare l'eredità...Realizzando di fatto la rinunzia...
Ora analizziamo questo Chiunque: se non ci sono creditori del rinunziante o
altri interessati...(nel caso dei due fratelli con relativi figli che di fatto o di nomina
non accettano l'eredità...) chi mai si sognerà di adire le vie legali??? La logica mi
porterebbe a dire nessuno...ma poi in qualche modo arriva il notaio con i suoi
distinguo e verboten...E allora??' Allora è un altro guazzabuglio dove a turno
nuota anche quiproquo.
 
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basty

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Mi sa che con la risposta di Nemesis, sorge un problema infinito. I figli del rinunziante inerte conservano il diritto di accettare. Fino a quando? In questo limbo l'erede che ha tenuto il possesso come si viene a trovare? Ne vsle la pena?
 

quiproquo

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Mi sa che con la risposta di Nemesis, sorge un problema infinito. I figli del rinunziante inerte conservano il diritto di accettare. Fino a quando? In questo limbo l'erede che ha tenuto il possesso come si viene a trovare? Ne vsle la pena?
Mi sembrava che anche i figli dei due fratelli rinunziatari dovessero sottoscrivere
una dichiarazione privata di "non accettazione" dell'eredità...Lo possono fare???
E chi lo sa...Io no...Gira e rigira diventa un problema che solo (?) il notaio
può risolvere...Se fosse possibile autenticare le firme di tutti i rinunziatari davanti
a un pubblico ufficiale che non sia il notaio la Cosa avrebbe un certo senso...
Siccome tutti i funzionari pubblici adatti alla Cosa si rifiutano di farlo...di riffe o di raffa spunta sempre lui...sua maestà il "NOTARO"... E non vi azzardate ad auspicarne la scomparsa...Finchè non metteranno mano a depurare le storture e le iniquità insite nel diritto di famiglia resta insostituibile anche per Quiproquo!
 

Nemesis

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Mi sembrava che anche i figli dei due fratelli rinunziatari dovessero sottoscrivere una dichiarazione privata di "non accettazione" dell'eredità...Lo possono fare?
Esiste l'accettazione espressa e la rinuncia (espressa) dell'eredità.
Se fosse possibile autenticare le firme di tutti i rinunziatari davanti a un pubblico ufficiale che non sia il notaio
La dichiarazione è ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale del circondario in cui si è aperta la successione. Non esistono altri soggetti autorizzati.
 

quiproquo

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Esiste l'accettazione espressa e la rinuncia (espressa) dell'eredità.
La dichiarazione è ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale del circondario in cui si è aperta la successione. Non esistono altri soggetti autorizzati.
Io andai dal cancelliere del tribunale di Torino per la rinunzia all'usufrutto...
persi tutta la mattinata a girare per i vari uffici fino ad un'arcigna matrona
che in malo modo mi disse che tale pratica era di esclusiva competenza del notaio
che quindi resta ben fermo sul suo trono ancora più fermo nella palude delle
leggi dove non vi è un minimo spiraglio di libertà o di piccola facoltà di scelta...
E fin tanto che qualche propista ci notifichi il contrario...come un vissuto in
cancelleria...non avremo prove in tal senso...Quindi: viva il Notaio...Io, però, avevo in testa una dichiarazione "privata" congiuntamente sottoscritta da tutti gli aventi diritto di non accettazione dell'eredità, dove la forma privata esclude evidentemente quella pubblica che Notaio o altri ci elargiscono...restando solo, per la certezza della data, la registrazione all'ufficio del registro. L'ipotesi è quindi sottratta alla conoscenza pubblica, restando un fatto meramente riservato alla
sfera privata. E chiedo: è un reato? è un illecito? Non credo...Ma il notaio rientra in gioco quando si tratterrà di accatastare l'immobile e in quell'occasione il notaio
convocherà gli altri due fratelli per il redde rationem...E credo che non potrà accettare la scrittura privata formulata in quel modo. In ultimo ci sarebbe ancora
l'aspetto fiscale...che non oso toccare...Quindi: resta l'ncertezza che tanto e sempre
contrassegnò Quiproquo.
 

quiproquo

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Un tempo la firma veniva autenticata dall'ufficiale dell'anagrafe comunale.
Si Gianco lo fanno ancora, escludendo però la rinunzia a diritti reali immobiliare
ed altro. Se clicchi su "competenze anagrafe comunale" uscirà una lunga lista
di ciò che possono autenticare...alla fine vi è il simbolo negativo sulla rinunzia
usufrutto et similia. Ed è un'altra delle sporcizie dei vari poteri...secondo me vi è la longa mano del Notariato generale di Roma che è di fatto una delle tante corporazioni lobbistiche presenti in parlamento e nei ministeri più pescosi
dove se qualcuno s'azzarda a proporre di smuovere la melma...sono i
primi, in compagnia degli altri .."professionisti"...e talvolta anche i magistrati...
a protestare vivacemente e a minacciare anche lo sciopero...Povera Italia.
e povero quiproquo!
 

Nemesis

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Un tempo la firma veniva autenticata dall'ufficiale dell'anagrafe comunale.
Non diciamo stupidaggini.
La dichiarazione di rinuncia all'eredità è un negozio giuridico formale. Deve essere ricevuta, a pena di nullità, esclusivamente da uno dei due soggetti previsti dall'art. 519 c.c.
 
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