basty

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Mi sono perso l'inizio, con le motivazioni che hanno portato a quantificare nel 10% l'onere a carico di chi si è staccato.
Che l'estensore delle leggi non abbia la più pallida idea delle difficoltà pratiche di attuare tecnicamente quanto afferma, quando di mezzo ci sono aspetti di fisica tecnica, è noto. E purtroppo si contraddice pure, a scadenza periodica, una volta vietando, altra liberalizzando, con frasi che sembrano adatte solo ad innescare una diatriba infinita.

qualora dimostri che dal distacco non derivino notevoli squilibri di funzionamento od aggravi di spesa per gli altri condòmini”.

Curioso anche l'approccio: la dimostrazione spetta al condòmino; e chi valuta l'attendibilità della dimostrazione?
Chi è preposto a valutare quanto "notevoli" siano gli squilibri?

In compenso la Cassazione, notoriamente composta di Ingegneri termotecnici, ha pure la possibilità di trarre deduzioni consequenziali dalle lacunose indicazioni di legge, traducendo il dettato già discutibile, nel "è tenuto a partecipare a quelle di gestione, se e nei limiti in cui il distacco non si risolve in una diminuzione degli oneri del servizio di cui continuano a godere gli altri condòmini”

Una altra legge parallela, impone la contabilizzazione calore, ma anche il metodo di calcolo della quota fissa attraverso la Uni 10200.

Ora questa mira a calcolare/valutare quali siano i prelievi/consumi involontari da attribuire a ciascuna unità immobiliare.
Tra questi ne citerei qualitativamente qualcuno:
- costi fissi di conduzione e manutenzione (fuochista, messe a norma, certificazioni locali caldaia, contratto di manutenzione e conduzione)
- rendimenti caldaia
- dispersioni d'impianto
- dispersioni intra ed extra fabbricato.

A parer mio questa quota fissa dovrebbe rimanere a carico anche dei condomini che decidono di abbandonare il riscaldamento centralizzato. Altrimenti gli altri si farebbero carico anche della quota del "distaccato"
E non ho mai visto che la quota fissa, che includa questi costi, sia dell'ordine del 10% della spesa totale di gestione.

Se poi il fabbricato è anni 60-70 e la caldaia altrettanto datata,.... siamo moolto al di sopra.

p.s.: sarà poi mia ignoranza, ma anche la seguente affermazione, mi sembra abbastanza improbabile e non condivisibile
un Termotecnico che asseriva che se si fosse diminuita la potenza del bruciatore di 7 kW non solo non ci sarebbero stati squilibri nell'impianto ma non ci sarebbero stati ulteriori aggravi di spesa per i condòmini rimasti allacciati
1) Gli squilibri rimarrebbero sempre proporzionali alla potenza erogata e dispersa
2) Non mi risulta (ma non ho mai messo mano ad un bruciatore), che la potenza del bruciatore sia un parametro registrabile a priori, specie in caldaie tradizionali non modulanti: ritengo sia un dato costruttivo di targa. Al massimo si potrà regolare la temperatura di esercizio del fluido circolante
 

Luigi Criscuolo

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Mi sono perso l'inizio, con le motivazioni che hanno portato a quantificare nel 10% l'onere a carico di chi si è staccato.
la cifra è stata stabilita da un condòmino che ha stabilito così perché ingegnere (anche se nella vita mi sembra che fosse capo contabile presso un noto fabbricante di macchine calcolatrici elettromeccaniche, il fabbricante ha chiuso con l'avvento dei PC, per cui ha finito la carriera lavorativa come proprietario di una azienda che riparava ed assemblava PC).
Hai compreso solo la dinamica del mio appunto sul calcolo e non il motivo.
in questi giorni ho elaborato questa tabella che allego. In sostanza ,se si considerano tutti i mesi nei quali è consentito l'erogazione del riscaldamento condominiale a Roma e provincia, che poi è lo stesso periodo al quale si riferisce la fatturazione del consumo di gas, l'elaborazione ha rivelato che la media delle temperature medie mensili dei mesi nei quali si è erogato il riscaldamento nell'ultimo triennio, che coincide con il distacco della condòmina XXXX, sono superiori di quasi un grado rispetto al triennio precedente.A questo aumento media delle della temperature medie non corrisponde una diminuzione della spesa per l'acquisto di carburante, sopratutto nelle due ultime gestioni dove il riscaldamento è partito con 17 giornidi ritardo giorni nei quali si è consumato 0 (zero).
Per onestà professionale ho anche calcolato la media delle temperature medie mensili di Dicembre-Gennaio-Febbraio-Marzo escludendo i mesi estremi "più caldi": è emerso che nella stagione 2014/2015 la media delle temperature medie è stata effettivamente più bassa (7,75°C) rispetto alla media degli altri 5 anni considerati. A questo abbassamento della temperatura media corrisponde un aumento della spesa per l'acquisto di carburante. Tuttavia la media delle temperature medie dei mesi più freddi delle gestioni 2013/2014 e 2015/2016 ha confermato una tendenza al rialzo di 1°C rispetto al triennio precedente: a questo aumento di temperatura non ha corrisposto una diminuzione della spesa del carburante
Quindi posso sostenere che l'aumento del costo del carburante non è dovuto all'aumento dei consumi per via della stagione particolarmente fredda.
 

Allegati

  • Tabella riassuntiva temperature_consumi.pdf
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basty

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in questi giorni ho elaborato questa tabella che allego.
Visto che evidentemente hai reperito le rilevazioni termiche (giornaliere?) della tua zona, ti suggerirei un approccio più preciso e consolidato.

In certi contratti di servizio fornitura energia, il preventivo è poi riparametrato a consuntivo in base alla reale distribuzione dei gradi-giorno rispetto al valore nominale preso a riferimento.

Per il calcolo dei gradi-giorno, si deve calcolare lo scostamento della temperatura media giornaliera rispetto ai 20°C : la somma di queste differenze nel periodo di accensione da il valore dei gradi-giorno annuali effettivi: come riferimento potrebbero aver preso quelli stabiliti con una certa periodicità da un DL che non ricordo, ma mi pare fermo ad un decennio fa: ma confrontando i dati dell'ultimo triennio sicuramente c'è stato un innalzamento delle temperature.. almeno qui da noi.

A titolo di esempio: due zone contigue.
centralina di Arconate (anno-GG)

2016 2446,00 (ma mancavano alcuni dati giornalieri, interpolati)
2015 2316,70
2014 2280,20
2013 2656,40
2012 2628,00

Centralina Rho-Expo (installata solo nel 2015)
2016 RHO 2116,20
2015 Arconate 2316,70
2016 Arconate 2446,00

Poichè la definizione dei GG segue la curva nel tempo, il suo valore complessivo è direttamente proporzionale al fabbisogno termico (tende all'integrale della curva di temperatura): si potrebbe concludere che ad una riduzione del 10% dei GG complessivi debba corrispondere una analoga riduzione dei consumi.

Un secondo commento alla tua tabella, è già stato avanzato da Dimaraz: i confronti veri non dovrebbero essere fatti sull'importo pagato, bensì sui consumi in mc di gas consumati/fatturati per svincolarsi dalle oscillazioni di prezzo del combustibile (piuttosto variabili durante la stagione e gli anni, come la benzina)
 

basty

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Tanto per darti un idea ecco il dato ufficiale
Tab.A allegata al D.P.R. 412/93 aggiornata al 31 ottobre 2009 - Zone climatiche
Elenco dei comuni italiani diviso per regioni e provincie

Riporta:
Rho 2631 Zona E
Arconate 2634 Zona E
Roma 1415 Zona D
 

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