griz

Membro Storico
Professionista
Continuo a non capire, in base a quale articolo di Legge, la Posta non vuole liquidare il 50% del " quantum " disponibile alla data della morte del compagno convivente, e perchè bisogna rivolgersi ad un Avvocato per avere il 50%, quindi con ulteriori, inutile spese.
non esiste un articolo di legge ma viene applicata una interpretazione che tutella il gestore del conto (posta) di fronte ad aventuali contestazioni, loro bloccano tutto così si tutelano, addirittura i fondi del de cuius depositati dovrebbero essere resi disponibili per le spese relative alla successione ma non si riesce mai ad usarli, certo, un legale può fare la voce grosssa e smobilizare ma sicuramente costa, meglio velocizzare le operazioni di presentazione delal denuncia di successione cosi si risolve ma spesso anche in questo caso la velocità è definita dall'agilità della struttura bancaria
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Non capisco una cosa. Ma il matrimonio "solo in chiesa " non dispiega gli stessi effetti a livello civile? Mi sembrava che solo quello avvenuto in sede civile non avesse effetti anche religiosi.
No. Non confonderlo con il tradizionale matrimonio concordatario che esplica anche gli effetti civili.
Si sposano "solo in chiesa" proprio quelli che non vogliono che abbia effetti civili. Esempio i vedovi con pensione di reversibilità : risposandosi con effetti civili , la perderebbero
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Avevo risposto senza leggere i post successivi.
Il concordato ha lasciato alle due parti la reciprocità dei diritti. Quindi anche la Chiesa può celebrare un matrimonio che non produce effetti per lo Stato Italiano.
Quanto al conto bloccato non sappiamo esattamente come fosse: la cointestazione era a firme disgiunte o congiunte? Nel secondo caso è scontato il blocco totale
 

SuperRomu

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Le Poste Italiane S.p.A., non può impedire lo svuotamento del conto corrente se è prevista la facoltà dei correntisti di compiere operazioni a firma disgiunta: si tratta di una “solidarietà attiva” che vale anche dopo la morte di uno dei due cointestatari.
Se, infatti, il contratto prevede la possibilità per i due correntisti di compiere operazioni anche disgiuntamente, il cointestatario sopravvissuto può svuotare il deposito, senza subire limitazioni dallo funzionario allo sportello. E questo perché proprio il fatto di aver previsto l’amministrazione disgiunta del conto crea una doppia titolarità nei confronti delle poste italiane: insomma, si ha quella che tecnicamente viene detta “solidarietà attiva”. In termini pratici questo significa che ciascuno dei due correntisti ha il diritto, nei confronti dell’istituto di credito, di chiedere l’integrale prestazione (pagamento). Vien fatta salva, ovviamente, nei rapporti tra le parti, il normale “regolamento dei conti”: per cui, se non autorizzato, chi preleva il 100% delle somme dovrà restituirne il 50% al cointestatario (il quale si presume titolare di pari quota, salvo patto o prova contraria, in questo caso).
Insomma, come insegna la stessa Cassazione [Cass. sent. n. 15321/02.], la morte di uno dei cointestatari del libretto di risparmio o del conto corrente, se a doppia firma, non produce alcun effetto sulla obbligazione e sull’ obbligo della banca o delle Poste a pagare a chi dei due contitolari lo richieda. Il fatto che ogni contitolare possa compiere in autonomia operazioni sul libretto di risparmio integra una solidarietà attiva che sopravvive alla morte di uno dei cointestatari, dando facoltà all’ altro di chiedere dopo il decesso l’adempimento dell’intero saldo del deposito.
È cosa risaputa che alla morte di uno dei cointestatari a firma disgiunta le poste italiane, come nello specifico – venuti a conoscenza dell’evento – “bloccano” la possibilità di accedere e, dunque, prelevare dal conto o dal libretto fino a che il superstite titolare non produca tutta la documentazione (certificato di morte, eventuale testamento, dichiarazione di successione).
 

davidemarco

Membro Attivo
Proprietario Casa
Risposta esaustiva, Basty, quindi le poste esercitano un abuso bloccando la possibilità di accedere e prelevare dal libretto la parte di colui che è rimasto in vita e cioè il suo 50%.
 

davidemarco

Membro Attivo
Proprietario Casa
Ho letto attentamente, però devo constatare che, di fatto, viene preclusa alla convivente, ancora in vita, la possibilità di accedere al proprio libretto postale, con firme disgiunte. Ad un certo punto tre anni fà il convivente, ora deceduto, se ne era andato a vivere in una casa di riposo molto lontana, rompendo ogni legame. Ora non c'è dato di sapere se ci sono degli eredi e quanti sono, per cui diventa difficile sapere se c'è un testamento oppure no. Non riesco a stampare la sentenza della Cassazione che tu citavi per poterla leggere in toto e conservarla.
La convivente vuole soltanto la sua parte e non anche quella degli altri.
 

SuperRomu

Membro Junior
Professionista
Ho letto attentamente, però devo constatare che, di fatto, viene preclusa alla convivente, ancora in vita, la possibilità di accedere al proprio libretto postale, con firme disgiunte. Ad un certo punto tre anni fà il convivente, ora deceduto, se ne era andato a vivere in una casa di riposo molto lontana, rompendo ogni legame. Ora non c'è dato di sapere se ci sono degli eredi e quanti sono, per cui diventa difficile sapere se c'è un testamento oppure no. Non riesco a stampare la sentenza della Cassazione che tu citavi per poterla leggere in toto e conservarla.
La convivente vuole soltanto la sua parte e non anche quella degli altri.
Questo è chiaro, considerando che lei è in possesso di un accordo chiamato "Accordo e Termini di Utilizzo" aver ricevuto dall'operatore postale a quel dì che ha aperto un libretto postale nominativo cointestato con firma disgiunta, basta recarsi presso l'Ufficio Postale ove è stato aperto il su citato libretto e discuterne con il direttore, vedrai che non ci saranno obiezioni in corso.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
discuterne con il direttore, vedrai che non ci saranno obiezioni in corso.
..... è un dato di fatto che tutti gli istituti bancari sono molto prudenti nel dare accesso ad un conto cointestato, quando siano a conoscenza del decesso di uno dei firmatari...
Ad un certo punto tre anni fà il convivente, ora deceduto, se ne era andato a vivere in una casa di riposo molto lontana, rompendo ogni legame. Ora non c'è dato di sapere se ci sono degli eredi e quanti sono
Certo che in tre anni avevate tutto il tempo di provvedere a sistemare in modo più consono le questioni finanziarie e patrimoniali ....
 

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