basty

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Si: sotto l'aspetto fiscale la situazione diverrebbe piuttosto strana e complicata: in teoria dovrebbe dichiarare questo reddito. Per esempio dichiarando in tassazione separata la quota percepita riferibile ad anni di imposta passati: non credo sia impossibile e sbagliato. Che poi uno lo faccia è altro discorso.

Del resto il modello attuale di RLI già propone il canone storico: e non sono sicuro che sia un dato editabile; per cui mi sa che finiresti per essere tassato su quello , e non sull'aggiornamento.

Non ho avuto recentemente occasione di verificarlo, primo perchè quest'anno non ho applicato l'istat vita la variazione minima: nel secondo caso perchè riguardava cedolare secca.
 

Dimaraz

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Non mi torna: se sul contratto fosse specificato che il diritto agli aumenti scatta senza necessità di richiesta,
Si, ma anche io penso siano dovuti anno per anno
Se è previsto a contratto , secondo me avrebbe diritto a chiederli anche a posteriori

Se in contratto c'è una clausola che prevede gi aumenti significa che sono stati richiestie non serve "ripetere" la richiesta ad ogni incasso.
Certo sarebbe strano che anche se previsti il locatore accetti i canoni senza aumento per poi volersi rifare tutto alla fine.
In tal caso (senza immediata contestazione) si potrebbe ipotizzare una cancellazione di tale previsione.
 

basty

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In tal caso potrei condividere che il debito accumulato sia soggetto ai termini di prescrizione. Altre ipotesi sembrano piuttosto singolari.
Che poi sia strano non abbia sollecitato prima la differenza maturata pare anche a me: ma che abbia "accettato" i canoni ... versati, ... non direi proprio.
 

Luigi Criscuolo

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mi sembra che se il locatore ha optato per la cedolare secca il canone rimane fisso nell'albito del primo quadriennio.
"per le locazioni abitative rispetto alle quali s'è optato per la così detta cedolare secca, il proprietario dell'immobile, operando tale scelta, rinuncia agli aggiornamento del canone (cfr. d.lgs n. 23/2011)."
 

basty

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mi sembra che se il locatore ha optato per la cedolare secca il canone rimane fisso nell'albito del primo quadriennio.
"per le locazioni abitative rispetto alle quali s'è optato per la così detta cedolare secca, il proprietario dell'immobile, operando tale scelta, rinuncia agli aggiornamento del canone (cfr. d.lgs n. 23/2011)."
Premesso che non pare abbia applicato la CS se no non aveva senso chiedere l'aumento ISTAT, stai sbagliando.
Anche se la formulazione della legge sulla CS è volutamente equivoca, è appurato che l'opzione non vincola per l'intera durata contrattuale. Questa può essere variata di Anno in Anno, previa comunicazione con raccomandata e indicazione sul RLI
 

basty

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La discussione almeno sul principio sta diventando interessante: ho letto l'allegato di @Elisabetta48, che condivido solo in parte: mi riferisco alla possibilità di chiedere gli arretrati: parto dal fondo.

Contratti commerciali: cita un passo della legge: "Le parti possono convenire che il canone di locazione sia aggiornato annualmente su richiesta del locatore...."
Ora mi sembra opinabile concludere che
"non può pretendere alcun tipo di arretrato proprio perchè l'aumento, in questo caso, può essere sempre e solo "a richiesta"
Non mi sembra vietato includere una clausola che preveda la richiesta automatica già a contratto: ma allora la legge sarebbe rispettata e gli arretrati dovuti.

Contratti liberi: conferma la mia tesi

Contratti concordati: qui convengo sull'esito delle conclusioni, ma non per parte delle motivazioni, che l'articolo fa discendere da analogo ragionamento fatto sui contratti commerciali: qui mi pare sufficiente dire che il contratto non prevede clausole particolari: deve essere utilizzato il contratto tipo. Punto

p.s.: discussione interessante per modo di dire, come esercizio di analisi. Nella pratica è piuttosto singolare svegliarsi in ritardo: lo posso capire solo come ripicca, che a volte è anche giustificata, se l'inquilino ad un certo punto comincia e .... "rompere" in modo non obiettivo: e capita.
 

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