chiacchia

Membro Storico
Proprietario Casa
Stemav anche se non sei del settore io farei cosi. egr. compratore mi sono accorto che manca l'antibagno, pertanto io dovrei costruirtelo se a te piace cosi e ti va bene facciamo finta che ci sia e dichiariamo nel rogito che la planimetria corrisponde alla realtà, se invece devi chiedere il mutuo e il tecnico della banca vuole l'antibagno io te lo costruisco in mattoni di polistirolo o di cartongesso cosi sia per costruirlo che per demolirlo è semplice ed economico, cosi ti togli il pensiero e buonanotte
 

vittorievic

Membro Senior
Proprietario Casa
Latrina ricorda le vecchie classiche turche che chi ha una certa età ed ha fatto il servizio militare ha conosciuto e ricorda "forse" anche il caratteristico odore di "lavanda",
tu hai fatto il militare in una caserma da signori io mi ricordo l'odore della formaldeide.
In ogni caso le latrine hanno fatto ingresso nelle case quando si sono usati i sifoni. Prima, per tutti, si trovavano all'aperto in vicinanza delle stalle, nelle case dei signori erano in posti lontani dagli ambienti che si frequentavano abitualmente. A Milano nelle case di ringhiera le latrine erano alle due estremità del ballatoio, infatti tutti avevano il pitale con coperchio nel caso di urgenze, oppure per i bisogni notturni ed invernali, perché le latrine non erano riscaldate. L'uso del gabinetto "alla turca" con sifone è rimasto fino a prima della seconda guerra mondiale; sostituito nell'immediato dopoguerra dalla più comoda e meno ingombrante tazza.
 

stemav

Membro Attivo
Secondo me è rimasta la planimetria originaria, mentre i lavori, tra cui togliere l’antibagno, sono stati eseguiti senza permessi.
Se così fosse, nessun tecnico ha sbagliato.

Come ho già specificato, l'antibagno non c'è mai stato. Il precedente proprietario ha convertito un locale commerciale in abitazione. Il suo geometra ha prodotto una planimetria falsa perché riporta l'antibagno come giustamente dovrebbe esserci, ma nella realtà dei fatti non c'è, non è stato rimosso, non c'è mai stato.
 

stemav

Membro Attivo
Stemav anche se non sei del settore io farei cosi. egr. compratore mi sono accorto che manca l'antibagno, pertanto io dovrei costruirtelo se a te piace cosi e ti va bene facciamo finta che ci sia e dichiariamo nel rogito che la planimetria corrisponde alla realtà, se invece devi chiedere il mutuo e il tecnico della banca vuole l'antibagno io te lo costruisco in mattoni di polistirolo o di cartongesso cosi sia per costruirlo che per demolirlo è semplice ed economico, cosi ti togli il pensiero e buonanotte

Sai che è esattamente quello che vorrei fare? Bisogna sperare che l'acquirente non tiri fuori problemi dopo. L'acquirente mi ha già detto che non richiederà mutuo. Ho ancora qualche giorno di tempo per pensare a come agire prima che l'acquirente torni a vedere l'immobile.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
dichiariamo nel rogito che la planimetria corrisponde alla realtà
Art. 29, comma 1-bis della legge n. 52/1985:
Gli atti pubblici e le scritture private autenticate tra vivi aventi ad oggetto il trasferimento, la costituzione o lo scioglimento di comunione di diritti reali su fabbricati già esistenti, ad esclusione dei diritti reali di garanzia, devono contenere, per le unità immobiliari urbane, a pena di nullità, oltre all'identificazione catastale, il riferimento alle planimetrie depositate in catasto e la dichiarazione, resa in atti dagli intestatari (*), della conformità allo stato di fatto dei dati catastali e delle planimetrie, sulla base delle disposizioni vigenti in materia catastale. La predetta dichiarazione può essere sostituita da un'attestazione di conformità rilasciata da un tecnico abilitato alla presentazione degli atti di aggiornamento catastale. Prima della stipula dei predetti atti il notaio individua gli intestatari catastali e verifica la loro conformità con le risultanze dei registri immobiliari.

(*) dagli intestatari, cioè la dichiarazione di conformità deve essere resa dal/i soggetto/i titolare/i del diritto di proprietà (o di altri diritti reali limitati). Non anche dal cessionario.
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
Come ho già specificato, l'antibagno non c'è mai stato. Il precedente proprietario ha convertito un locale commerciale in abitazione. Il suo geometra ha prodotto una planimetria falsa perché riporta l'antibagno come giustamente dovrebbe esserci, ma nella realtà dei fatti non c'è, non è stato rimosso, non c'è mai stato.
Ok, avevo capito male io.
Quindi è peggio ancora, poiché non ha mai avuto i requisiti necessari per essere in regola come immobile abitativo.
 

Fift@

Membro Assiduo
Professionista
Come ho già specificato, l'antibagno non c'è mai stato. Il precedente proprietario ha convertito un locale commerciale in abitazione. Il suo geometra ha prodotto una planimetria falsa perché riporta l'antibagno come giustamente dovrebbe esserci, ma nella realtà dei fatti non c'è, non è stato rimosso, non c'è mai stato.
È inutile che nomini ancora il vecchio proprietario come se tu non fossi l'attuale. Sono rogne altro che, io non mi azzarderei a vendere un immobile così. È più abusivo di una baraccopoli
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Il postante dice che la planimetria riporta l’antibagno, non che il tecnico ha prodotto planimetria “finta”.
Dall'affermazione che fa il postante non puoi escludere che abbia redatto la planimetria differente dalla realtà. Può anche essere che tu abbia ragione, ma l'esposizione del postante fa pensare ad una planimetria copiata dal progetto.
Ti posso assicurare che questa irregolarità si verifica molto spesso perché ci sono dei tecnici che "fotocopiano" le planimetrie dai progetti per velocizzare il lavoro e magari perché poi le firmano altri colleghi che vendono le firme: tutti comportamenti contrari all'etica professionale.
Purtroppo, al Collegio arrivano le segnalazioni da parte del Catasto che in caso di verifiche a campione o mirate nei casi sospetti. Ovviamente vengono portate all'esame del Consiglio che nomina un Consigliere che esamina la documentazione e relaziona. L'iscritto viene sentito alla presenza di un suo assistente, difensore, in Consiglio riunito in Commissione di Disciplina che alla fine decide il provvedimento. Solitamente si parla di qualche mese di sospensione dalla professione.
Solo con questo sistema si cerca di garantire la professionalità degli iscritti a tutela dei committenti.
 

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