Gianco

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Se poi per la chiusura della pratica occorre ottenere il nulla osta della Tutela del Paesaggio, allora sono dolori perché l'ufficio regionale prima che prenda in esame la pratica, quando viene richiesto il suo parere fa passare almeno uno due anni. Poi devi integrare con la perizia giurata ed attendere che ti venga comunicato l'importo da versare per ottenere il sospirato parere vincolante, inviato al richiedente ed al comune. In tutto non meno di due, tre anni.
 

Daniele 78

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e quì che c'è lo scarica barile, tu non me lo hai detto ed io non lo chiuso ha ha ha:risata:
Beh oddio se c'è una pratica in ballo scritta (ed è completa, un tecnico sa redigerla di norma) io posso anche non ricordartelo (anche in buonafede) ma tu come tecnico comunale devi far molta attenzione se non vuoi incorrere in qualche brutto ricorso giudiziale.
 

moralista

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Daniele non è sempre così, un aneddoto fresco fresco, pratica edile presentata nel 1975 costruzione di un bagno, disegni domanda protocollo tutti conformi, Ufficio tecnico oso ancora chiamarlo tecnico, ma di cosa non lo so, manca il nr. al protocollo, la risposta dopo 41 anni non valido, non vi dico che ho aperto un contenzioso ma come andrà a finire non lo so
 

Daniele 78

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Daniele non è sempre così, un aneddoto fresco fresco, pratica edile presentata nel 1975 costruzione di un bagno, disegni domanda protocollo tutti conformi, Ufficio tecnico oso ancora chiamarlo tecnico, ma di cosa non lo so, manca il nr. al protocollo, la risposta dopo 41 anni non valido, non vi dico che ho aperto un contenzioso ma come andrà a finire non lo so
Purtroppo in quel momento tutti facevano un po' quello che volevano, le procedure non erano come quelle attuali.
Poi la legge nazionale andava anche bene ma i PRG non recepivano le normative nazionali...così eccoti delle aree (attualmente parchi o riserve naturali) un tempo aree edificabili.
Da noi la legge regionale non aveva recepito la distanza cimiteriale de nazionale (200 mt) per cui aveva fissato dei limiti (se non erro 60 mt) 3 volte meno.

Per cui se per lo Stato costruire un immobile entro i 200mt saresti stato abusivo, in contrasto con le normative e soggetto a condono per la Regione Piemonte tutto regolare (è assurdo ma è così).

Così capitava (ora è un po' più controllata e criteriata la cosa) che ti trovavi una zona di un PRG non soggetta a condono (non era zona protetta) ma che per le norme statali avrebbe dovuto esserla.

E così si spiegano anche le migliaia di case nel mezzogiorno e sud Italia nate anche abusivamente ma in zone ai tempi non soggette a vincoli (ma per errori di piano regolatore) che invece anni dopo sono state inserite in parchi e zone protette.
Peccato che gli immobili erano già stati realizzati (e magari solo sanati e NON condonati). E' un casino.

Poi fino all'avvento dei moduli unici Scia, Dia, Super Dia, PdC, Cil, Cila ogni Comune faceva come le polis greche, decidevano un po' come piaceva, quindi riesco a capire lo sconforto!.

Ad oggi manca ancora un modulo unico fine lavori, per cui capita che se prendi il modulo fine lavori del Comune limitrofo (ovviamente cambiando le intestazioni) possa NON andar bene anche in quello dove hai l'intervento. Ora è ancora così per la FINE LAVORI, ed è assurdo dato che siamo tutti sotto lo Stato italiano.

In edilizia siamo una federazione di Regioni, ed un insieme di Comuni.
 

moralista

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sono stato obbligato ad costruirlo, se voleva aprire il negozio, il medico condotto di allora me la imposto, qui il problema non è il bagno, ma la mancanza del nr. di protocollo sulla domanda depositata in Comune
 

Daniele 78

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@moralista Ma il n di protocollo te lo mette il Comune sul timbro.
Capita anche a me di non avere n° di protocollo ma il timbro comunale è comunque datato (giorno mese anno) per cui non è impossibile ripescarlo.
Devono solo aver voglia di farlo.

Nel dubbio (se hai l'originale in mano) andando direttamente in Comune a chiedere spiegazioni c'è il TAR. Mi è capitato per un'altra pratica...e sono saltati come grilli appena gli è arrivata una bella"letteraccia" mandata da uno studio legale con elencate tutti gli allegati di legge, della pratica e delle loro mancanze con richiesta di "NON bloccarmi la pratica" altrimenti il ricorso al TAR era certo.

Se la tua pratica è ferma per un protocollo (che loro stessi mettono) la colpa è loro in partenza, non puoi essere TU ad andarci di mezzo.
 

griz

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sono stato obbligato ad costruirlo, se voleva aprire il negozio, il medico condotto di allora me la imposto, qui il problema non è il bagno, ma la mancanza del nr. di protocollo sulla domanda depositata in Comune
a parte quallo che scrive Daniele sul quale sono d'accordo, se voglionbo un rimedio lo si trova.
Ti sei comunque mosso senza la dovuta autorizzazione, io mi sarei attivato a suo tempo per poterla ritirare
 

moralista

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il timbro sul protocollo al periodo non esisteva, almeno da noi lo presentavi ti mettevano un timbro datario e il nr. di protocollo veniva messo molti giorni dopo, questo è il problema, loro scaricano sulle passate amministrazioni, loro applicano le norma attuali, e a me se mi gira gli pianto un ****otto tra naso e bocca all'istante senza aspettare il nr. per protocollare:disappunto::idea::^^::^^: per non piangere
 

Daniele 78

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il timbro sul protocollo al periodo non esisteva, almeno da noi lo presentavi ti mettevano un timbro datario e il nr. di protocollo veniva messo molti giorni dopo, questo è il problema, loro scaricano sulle passate amministrazioni, loro applicano le norma attuali, e a me se mi gira gli pianto un ****otto tra naso e bocca all'istante senza aspettare il nr. per protocollare:disappunto::idea::^^::^^: per non piangere
Ma tu mi confermi un timbro datario, ed è quello che dico io.
Con quello possono risalire all'anno mese e giorno della pratica.
Mi è capitato di vedere però un archivio per data, quindi risalire ai loro documenti.

la stupidata di tale suddivisione è che (per uno stesso immobile anche per interventi realizzati dallo stesso proprietario prima della morte o vendita) devi fare come le formichine e cercare tutti i pezzi in giro per l'archivio, mentre con un deposito per nominativo quanto meno tutte le pratiche depositate da quel soggetto in Comune verrebbero fuori.

Pretendere invece una suddivisione per mappale sarebbe assurdo (dato che possono variare con estrema facilità) per frazionamenti o ristrutturazioni e il Comune pur avendo ormai un collegamento diretto (e gratuito) con l'Agenzia delle Entrate non sarebbe in grado di gestire. Eppure basterebbe poco poco poco.
 

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