Nemesis

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dove non esiste un accordo, e non può dirsi di avere un comune confinante omogeneo. come si stipula un contratto 3+2?
In caso di inesistenza di accordo a livello locale, i valori di riferimento sono quelli definiti dalle condizioni previste dal decreto ministeriale di cui all'art. 4, comma 3, della legge n. 431 del 1998.
 

basty

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In caso di inesistenza di accordo a livello locale, i valori di riferimento sono quelli definiti dalle condizioni previste dal decreto ministeriale di cui all'art. 4, comma 3, della legge n. 431 del 1998.
Nei vari allegati reperibili in rete ho sempre solo trovato il testo e gli articoli: ma mai valori economici (in euro)
 

uva

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ho sempre solo trovato il testo e gli articoli: ma mai valori economici (in euro)
L'art 1, c. 2 del D.M. Infrastrutture e Trasporti 14/07/2004 recita:

Per quei comuni per i quali non siano mai stati definiti accordi
ai sensi dell'art. 2, comma 3, della legge n. 431/1998, cosi' come
previsto dal precedente comma 1 del presente decreto, si fa
riferimento all'Accordo vigente nel comune demograficamente omogeneo
di minore distanza territoriale anche situato in altra regione.

In pratica è possibile stipulare contratti concordati in tutti i Comuni italiani, facendo riferimento ad un Accordo Territoriale come sopra indicato (magari relativo ad un Comune omogeneo in una Regione diversa) e applicandone i parametri.
 

basty

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Ammetterai che la definizione di Comune Omogeneo è piuttosto vaga e/o soggettiva....:

parità di abitanti?
analoga situazione socio-economica?
equidistanza da un capoluogo di provincia?
che ne sappiamo della offerta di abitazioni libere? (tensione abitativa o meno)?

Comunque grazie
 

uva

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la definizione di Comune Omogeneo
Come ho riportato nel post n.# 14, si fa riferimento al Comune demograficamente omogeneo.

Siccome prevedo che mi chiederai come si individua un Comune demograficamente omogeneo (sto scherzando!) e non saprò risponderti (questo è vero), mi premunisco così:
Archivio consulenze

da cui copio e incollo:

L’espressione “Comune demograficamente omogeneo di minore distanza territoriale” comporta dubbi interpretativi allo stato non ancora risolti né (per quanto risulterebbe) da successivi provvedimenti ministeriali, né dalla giurisprudenza, assai limitata in materia.
Sembrerebbe corretto ritenere che sia il Comune, ovvero i suoi Uffici, ad indicare al contribuente il comune di riferimento; in quanto il riconoscimento dell’agevolazione risulterebbe condizionato dalla sussistenza delle condizioni di legge e regolamentari (nella specie, mancando l’accordo nel comune di localizzazione della proprietà immobiliare, risulterebbe condizionato dalla correttezza dell’individuazione del comune ‘di riferimento’, scelta che per il contribuente risulterebbe ‘rischiosa’ e tale da non assicurare il riconoscimento, pur astrattamente dovuto, dell’agevolazione).

Per farla breve, mi sembra logico informarsi presso il Comune dove si trova l'immobile da affittare!
 

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