s.billi

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Proprietario Casa
Buonasera,
mi scuso per particolarità del quesito, ma la mia vicenda è un po' paradossale. Dopo 23 anni di matrimonio e convivenza io e mia moglie coroniamo il sogno di cambiare casa. Dopo anni che ne cerchiamo una adatta, finalmente la troviamo, ma ha una particolarità : è sottoposta a una convenzione edilizia per cui è necessario che l'acquirente non possegga altre unità immobiliari nel comune di residenza. "Qual'è il problema?" Dico a mia moglie ( sono proprietario della precedente abitazione), "la intestiamo a te!" Si da il caso però che il denaro per la compravendita lo metto tutto io (300.000 euro), rimane solo 60.000 euro di mutuo ( che viene intestato a lei come la casa). Epilogo inaspettato: fatta la compravendita, iniziata (da parte di mia moglie) la crisi coniugale, sotto forma di freddezza e estraneità assoluta ecc. ecc.
Sono passati tre anni, è chiaro che la situazione non è più recuperabile dal punto di vista del rapporto (io da *******e ci ho sperato per tutto questo tempo da "separati in casa"); lei però ora fa la gnorri, non vuole andarsene nemmeno offrendole somme di denaro o la disponibilità dell'abitazione precedente (che nel frattempo si è liberata dall'affittuario). All'epoca della compravendita mi sembrò indelicato tutelarmi, 23 anni insieme senza problemi mi parevano una garanzia sufficiente, quindi non ho fatto niente.. Ora: visto che l'unica arma che ho è quella di smettere di pagare a metà il mutuo, quale documento potrei indurla a firmare per far sì che non possa buttarmi fuori casa?
Esiste una possibilità che possa garantirmi il diritto di usufrutto della casa anche se risulta intestata a mia moglie?
Grazie per le informazioni tecniche e i consigli che vorrete darmi..
 
direi che se risulta evidente che la parte importante del pagamento l'hai mesa tu, puoi agire contro tua moglie e pretendere che la casa sia almento intestata anche a te, eventualmente secondo la propozione, se il regime patrimoniale fosse di comunione dei beni, l'intestazione sarebbe a tutti e due
 
Il regime patrimoniale, comunione dei beni o separazione dei beni, formula che in genere si decide all'atto del matrimonio civile, (se non optato in automatico va comunione dei beni) è la prima discriminante del problema.
 
si ma ad oggi nessun notaio presentendo le volture farebbe l'errore (cha una volta si faceva) di ignorare il regime patrimoniale e in caso di comunione sulle varie visure e sull'atto di acquisto comparirebbero tutti e due i proprietari, in comunione
 
Ma infatti vorremmo che chi ha posto il quesito ci fornisse questo elemento che diventa discriminante per capire se poter vantare metà della proprietà e quindi il diritto all'abitazione oppure se ha veramente buttato i soldi e debba rincorrere la ex moglie solo basandosi sulla tracciabilità del capitale suo personale????? usato all'acquisto.
 
Il S.Billi, vada a vedere l'atto di acquisto della casa, perché in linea di massima sono riportati gli estremi degli assegni staccati per acconto e saldo prezzo, con riferimento ai c/c da cui sono tratti. Una prima pista per ricostruire la vicenda economica, triste ma non inusuale.
 
un mio conoscente è uscito da una situazione simile: aveva intestato un immobile acquistato da lui alla moglie, in sede di separazione è riuscito a dimostrare di aver fatto lui i pagamenti e la proprietà gli è stata riconosciuta
 
"Separati in casa" (?!)...e probabilmente si procederà al divorzio ...aldilà di chi sia effettivamente proprietario della casa e limitatamente al "diritto di abitazione" temo ci saranno i classici "privilegi" riservati alla controparte femminile.
 

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