prisco79

Membro Attivo
Salve a tutti,

scrivo per conto di mia madre che abita all'ultimo piano di un condominio con riscaldamento centralizzato. In tutto sono 5 appartamenti.
Nell'ultima recente assemblea ordinaria era assente causa problemi di salute, ma aveva dato delega ad un altro condòmino.
La famiglia del primo piano, circa 10 anni fa quando ha acquistato, ha fatto una ristrutturazione completa dell'immobile, installando un numero elevato di termosifoni rispetto ai pre-esistenti col risultato di temperature ben oltre i 20 gradi, risultato ne è il tenere le finestre perennemente con la ribalta aperta tutto l'inverno :shock::shock: cosa impensabile normalmente.

In assemblea loro e anche gli altri, avrebbero concordato di impostare una temperatura di 18 gradi e non di più, per risparmiare sulle spese e perchè hanno tanto caldo :shock:.

Allora, a parte che per legge non penso proprio che nessuno possa decidere così a estro, di scendere sotto i 20 gradi da legge, in più non esiste che per far risparmiare qualcuno, altri debbano stare al freddo. Eventualmente si chiudono qualche termosifone.

Detto questo, vorrei sapere come si può scrivere una lettera all'amministratore, per fare richiesta di verifica tecnica sulle calorie effettive di ogni appartamento e il controllo dei radiatori per verificare se effettivamente ognuno paga in proporzione...cosa che non è, visto il sovradimensionamento di superficie radiante che due appartamenti si sono fatti, truffando i restanti!

Vorrei sapere anche un riferimento di legge, un articolo inerente a questa problematica.

Grazie dell'attenzione.
 

mapeit

Membro Senior
Proprietario Casa
Gli unici riferimenti normativi sono i regolamenti comunali che impongono di tenere negli edifici abitativi una temperatura che non salga oltre i XX gradi ... però bisogna vedere se il tuo comune ne ha.
Se comunque il condomino ha operato una modifica all'impianto centralizzato che ne "sbilancia" il funzionamento, visto che l'impianto è di proprietà comune, il condominio (tramite l'amministratore) può senz'altro richiedere che venga riportato all'origine e, se il condomino fa orecchie da mercante, può adire a vie legali.
 

meri56

Membro Assiduo
Proprietario Casa
L'articolo 4 del D.P.R. 26/08/1993 n. 412 stabilisce che nella stagione del riscaldamento (variabile a seconda delle località) la temperatura media di una unità immobiliare abitativa non debba essere superiore ai 20°, con una tolleranza di +/- 2°. La temperatura cioè deve essere compresa tra i 18 e i 22 gradi.
 

griz

Membro Storico
Professionista
La soluzione ideale per risolvede senza impazzire, è installare ddelle valvole termostatate sui termosifoni, così tutti avranno l atemperatura giusta senza dover aprire le finestre o protestare, è un piccolo investimento ma sicuramente produrrà un equilibrio ed un risparmio
 

mapeit

Membro Senior
Proprietario Casa
La soluzione ideale per risolvede senza impazzire, è installare ddelle valvole termostatate sui termosifoni, così tutti avranno l atemperatura giusta senza dover aprire le finestre o protestare, è un piccolo investimento ma sicuramente produrrà un equilibrio ed un risparmio

Saggia idea :daccordo:
Purtroppo però in quasi tutti i condomini trovi sempre quello che dice "ah io non spendo .... " e non lo vuole fare. :disappunto:
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Il Comma 1 dell' Art. 4 del DPR n.°412/1993 dice che la temperatura media degli ambienti di un appartamento, indipendentemente dalla zona climatica nel contesto del quale è inserito, deve essere di 18° + 2° di tolleranza per gli edifici classificati E8 (cioè edifici adibiti ad attività industriali, artigianali ed assimilibili); per tutti gli altri edifici non classificati E8 la temperatura media di tutti gli ambienti che compongono un appartamento deve essere di 20° + 2° di tolleranza.
Comunque nel caso esposto mi sembra il caso che tutti gli altri condomini chiedano all'amministratore di rifare le tabelle millesimali relative al riscaldamento. La richiesta può anche essere fatta da un solo condomino, che però per avere efficacia sull'amministratore deve minacciare di aderire alle vie legali se non viene accolta la sua richiesta. Nel veneto senz'altro i contabilizzatori di calore sono una soluzione per questo caso: non tanto per il promesso risparmio economico (che non c'è, se si vuole mantenere le medesime temperature degli appartamenti nella situazione ante contabilizzatori) ma per avere una più equa distribuzione dei costi relativamente al consumo del carburante (metano). Chi ha più elementi dovrà montare più valvole quindi più costi. Anche se terrà spenti un paio di elementi dovrà sempre pagare per le letture che si fanno all' inizio ed alla fine del periodo di riscaldamento.
 

gilbertoi

Membro Junior
Proprietario Casa
Una precisazione. La valvola termostatica da sola non risolve il problema perchè se un condòmino la gira al massimo in casa sua avrà molto caldo alla faccia degli altri, che magari sono più economi. Sono necessari i rilevatori di consumo, come fa la Regione Lombardia dal 2014. Questi piccoli apparecchi, montati sui caloriferi, contano il consumo di energia termica consumata di ogni appartamento per cui quell'inquilino disonesto che apre le finestre col suo impianto super maggiorato si troverà un conto molto salato e provvedereà subito a chiuderle e regolare le valvole.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Saggia idea :daccordo:
Purtroppo però in quasi tutti i condomini trovi sempre quello che dice "ah io non spendo .... " e non lo vuole fare. :disappunto:
Ci sono delle regioni nelle quali è obbligatorio l'installazione dei contabilizzatori di calore. quindi in quelle regioni alche i più recalcitranti dovranno adeguarsi. Purtroppo devo dire che a mio parere non in tutte le parti d'Italia i contabilizzatori di calore rappresenteranno un risparmio per chi li installa.
 

gilbertoi

Membro Junior
Proprietario Casa
Ovviamente i contabilizzatori (che seguono la fredda logica della misura contestuale dell'energia assorbita dai radiatori) saranno svantaggiosi, anche in modo notevole, per gli appartamenti esposti a Nord e lontani dalla centrale termica, specie per vecchi impianti centralizzati con tubazioni molto incrostate ed assai vantaggiosi per altri. Nel caso di scompensi come questi, dei quali quei condòmini non sono assolutamente responsabili (specialmente per fabbricati molto vecchi) venendo ingiustamente penalizzati, si ricorrere alla equa determinazione della quota fissa nella ripartizione dei costi di riscaldamento, che può arrivare anche al 50%, compensando un pò lo svantaggio ( 50% di parte fissa ripartita in millesimi e 50% di valore realmente consumato): quindi attenzione in assemblea. Meglio prepararsi bene o farsi assistere da qualche esperto, specialmente se i condòmini avvantaggiati sono la maggioranza. Nel Condominio vige la regola dell'assoluta equità. Saluti
 

griz

Membro Storico
Professionista
scusate, non sono un termotecnico ma, a prescindere dai contabilizzatori che sono un'altra soluzione per permettere a ciascuno di pagare quanto consuma, se si montano le valvole termostatate ognuno potrà scegliere la temperatura del proprio appartamento senza dover aprire le finestre o dover vivere col cappotto in casa, il riscaldamento centralizzato è sempre in funzione quindi, dove è sovradiensionato, la temperatura si raggiungerà prima, le valvole chiuderanno prima, dove è sottodimensionato rimarranno aperte fino a che la temperatura ambiente non sarà coretta, o sbaglio?
 

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