quiproquo

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Proprietario Casa
quiproquo, la polemica pura non porta da nessuna parte, non può esistere una legge su misura per ogni situazione, il problema non è la legge che stabilisce i diritti ma è il comportamento delle persone che al momento di una divisione si sente sempre defraudata a prescindere dalla ragione efettiva, i professionisti intervengono quando le persone non riescono ad accordarsi da loro e quasi sempre poi in seguito alle liti finiscono a stipulare lo stesso accordo che con un poco di buonsenso avrebbero potuto stipulare da soli (esperienze vissute)
nel caso del post siamo in una situazione nella quale un erede ha occupato ed ha fruito di un bene comune, vi ha fatto degli investimenti perchè l'uso gli confacesse, il tutto in buona fede e senza pensare a quello che sarebbe successo e sta succedendo, sarebbe bastato fare tutto alla luce del sole, rendendo edotti tutti quanti delle spese sostenute e del diritto del quale si è friuto
può essere che, come è stato già accennato, il canone non pagato per l'occupazione dell'appartamento pareggi gli investimenti fatti. Basta chiarire il tutto mettendosi a trattare in modo civile e la situazione si risolve
Se tu avessi letto i post precedenti sulla Collazione e Donazione intercorsi con Arciera, Jerri48, Marj 56 non mi attribuiresti una "polemica" a se stante. Io non ho chiesto
una legge ad hoc...io le due leggi le contesto quasi per intero. "Il canone non pagato..." La maggior parte dei genitori, fra cui il sottoscritto,
la casa la dà in com.gratuito...se non
comprata per intero, come ho fatto io con le due mie figlie per cui loro hanno la casa di proprietà (risulta comprata...!!!) ed io sono in affitto. Se in altre grandi nazioni occidentali
queste due leggi non esistono (???) o molte diverse...può essere segno che non sia poi un diritto fondamentale (naturale) legiferare con l'impostazione data. Dal punto del Padre, esse risulteranno oppressive della sua capacità di discernimento e della sua libertà di valutare i bisogni e i livelli di necessità che spesso sono difformi da un figlio all'altro. Non voglio convincere nessuno...spero solo di insinuare un ragionevole dubbio. Galata nel frattempo potrebbe anche rispondere sulla prima domanda che le ho posto. Quiproquo.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
quiproquo, la polemica pura non porta da nessuna parte, non può esistere una legge su misura per ogni situazione, il problema non è la legge che stabilisce i diritti ma è il comportamento delle persone che al momento di una divisione si sente sempre defraudata a prescindere dalla ragione efettiva, i professionisti intervengono quando le persone non riescono ad accordarsi da loro e quasi sempre poi in seguito alle liti finiscono a stipulare lo stesso accordo che con un poco di buonsenso avrebbero potuto stipulare da soli (esperienze vissute)
nel caso del post siamo in una situazione nella quale un erede ha occupato ed ha fruito di un bene comune, vi ha fatto degli investimenti perchè l'uso gli confacesse, il tutto in buona fede e senza pensare a quello che sarebbe successo e sta succedendo, sarebbe bastato fare tutto alla luce del sole, rendendo edotti tutti quanti delle spese sostenute e del diritto del quale si è friuto
può essere che, come è stato già accennato, il canone non pagato per l'occupazione dell'appartamento pareggi gli investimenti fatti. Basta chiarire il tutto mettendosi a trattare in modo civile e la situazione si risolve
Se tu avessi letto i post precedenti sulla Collazione e Donazione intercorsi con Arciera, Jerri48, Marj 56 non mi attribuiresti una "polemica" a se stante. Io non ho chiesto
una legge ad hoc...io le due leggi le contesto quasi per intero. "Il canone non pagato..." La maggior parte dei genitori, fra cui il sottoscritto,
la casa la dà in com.gratuito...se non
comprata per intero, come ho fatto io con le due mie figlie per cui loro hanno la casa di proprietà (risulta comprata...!!!) ed io sono in affitto. Se in altre grandi nazioni occidentali
queste due leggi non esistono (???) o molte diverse...può essere segno che non sia poi un diritto fondamentale (naturale) legiferare con l'impostazione data. Dal punto del Padre, esse risulteranno oppressive della sua capacità di discernimento e della sua libertà di valutare i bisogni e i livelli di necessità che spesso sono difformi da un figlio all'altro. Non voglio convincere nessuno...spero solo di insinuare un ragionevole dubbio. Quiproquo.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Scusate, noi cerchiamo in ogni modo di dare dei consigli sulla base delle informazioni che ci vengono fornite. Se esse non sono veritiere, le nostre enunciazioni sono conseguenti.
 

Galata

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Grazie a tutti per le vostre informazioni e consigli. Scusatemi se non ho potuto partecipare alla discussione ma dal lavoro non mi è possibile accedere alla rete.
Essendo neofita del forum e non sapendo quali informazioni potevano essere importanti sono risultata troppo vaga. Cerco di riassumere i punti che mi è sembrato capire possano essere importanti per farsi un quadro della situazione.
- Mio padre non ha lasciato scritto nulla in merito alla spartizione delle proprietà ma ci ha sempre detto che l'appartamento dove vivo doveva restare a me mentre a mia sorella sarebbe rimasto la villetta di uno zio (di cui esiste testamento in merito depositato dal notaio), a cui lei era molto interessata, ovviamente oggi dice di non volerlo più.
- L'appartamento dove viveva mia padre non può essere diviso o venduto in quanto una quota di proprietà è anche di un'altra persona che vive nell'abitazione con usufrutto.
- La proprietà del "mio" appartamento è di 4/6 di mio padre, 1/6 a ciascuna delle figlie (quote ereditate da bambine a seguito della morte di nostra madre).
- Non ho pagato mai l'affitto a mio padre in quanto riteneva che le spese sostenute per i lavori (e sono state tante) pagassero ampiamente l'affitto per anni e lo ricompensavano dei sacrifici fatti per acquistarlo, e mia sorella non ha mai chiesto o preteso nulla in tutti questi anni.
- Prima di effettuare i lavori di ristrutturazione ho chiesto ad entrambi se erano d'accordo e se erano interessati a ritornare nell'abitazione perché i lavori comprendevano anche l'abitabilità del solaio che si trova sopra l'appartamento e che ora ne fa parte. Ovviamente la risposta è stata no, non ci interessa.
- Entrambi erano inoltre presenti dal notaio all'atto della sottoscrizione del mutuo con ipoteca in quanto comproprietari.
- I lavori di ristrutturazione hanno riguardato il rifacimento di tutti gli impianti acqua/luce/gas (il palazzo è stato costruito negli anni 70) e la loro messa a norma, caldaia nuova e termosifoni in ghisa, le finestre sono state cambiate perché entrava l'aria ovunque, il bagno rifatto, tinteggi e pavimenti nuovi. Le spese condominiali e quelle di ristrutturazione dell'esterno del palazzo (ritinteggio, pavimentazione eccetera) le ho sostenute io.
Il discorso che mio padre a sempre fatto e credo ogni padre faccia era: non ho i soldi per aiutarti a comprare casa, non li ho per la ristrutturazione, non li ho per sposarti, posso solo lasciarti quattro mura. Come per me non ce n'era nemmeno per mia sorella che si è trasferita, sposata e vive nella casa del marito.
Come è stato detto dovrò sedermi a tavolino e discuterne serenamente con lei. L'unica soluzione che si prospetta, non ho soldi per riscattare la sua quota, è di vendere cercando di poter recuperare il valore investito (con quanto ho speso in questi anni avrei potuto comprarmi un appartamento e non trovarmi in questa situazione ma le recriminazioni a posteriori servono poco).
Buona serata
 

Ennio Alessandro Rossi

Membro dello Staff
Professionista
Premessa:
L'appartamento dove viveva il padre : pr0prietà per 4/6 al padre, 1/6 a F1 e 1/6 F2 .
(F1 ha vissuto con il padre: nessun affitto devesi)
F1 ha sostenuto rilevanti lavori di ristrutturazione della casa e delle parti condominiali, documentati per es. per 20.

Quantificazione possibile e negoziabile :
Valore dell'immobile 140,00-20 = 120 (valore senza manutenzioni ) : valore di 4/6 in successione : pari a 80,00
A F2 spetterà in fatto 40

Conteggi da valere in sede di mediazione - conciliazione , obbligatoria
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
E perchè no?
Potrebbe essere una richiesta da parte della sorella, perchè l'appartamento dove viveva il padre era di minor valore, quindi un tentativo di collazione.
Perché se fosse pervenuto all'OP per donazione, l'OP stesso non avrebbe scritto "Dell'eredità fa parte l'appartamento dove vivo da moltissimi anni".
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Mi sembra che la situazione sia molto ingarbugliata, Galata afferma:
- Mio padre non ha lasciato scritto nulla in merito alla spartizione delle proprietà ma ci ha sempre detto che l'appartamento dove vivo doveva restare a me, mentre a mia sorella sarebbe rimasta la villetta di uno zio (di cui esiste testamento in merito depositato dal notaio), a cui lei era molto interessata. Ovviamente oggi dice di non volerlo più. E' illogico che possa rifiutare un'eredità senza passività;
- L'appartamento dove viveva mio padre non può essere diviso o venduto in quanto una quota di proprietà è anche di un'altra persona che vive nell'abitazione con usufrutto. Questa situazione andrebbe chiarita;
- La proprietà del "mio" appartamento è di 4/6 di mio padre, 1/6 a ciascuna delle figlie (quote ereditate da bambine a seguito della morte di nostra madre). Tale affermazione è in contrasto con quanto dichiarato precedentemente;
- Non ho pagato mai l'affitto a mio padre in quanto riteneva che le spese sostenute per i lavori (e sono state tante) pagassero ampiamente l'affitto per anni e lo ricompensavano dei sacrifici fatti per acquistarlo e mia sorella non ha mai chiesto o preteso nulla in tutti questi anni;
- Prima di effettuare i lavori di ristrutturazione ho chiesto ad entrambi se erano d'accordo e se erano interessati a ritornare nell'abitazione perché i lavori comprendevano anche l'abitabilità del solaio che si trova sopra l'appartamento e che ora ne fa parte. Ovviamente la risposta è stata no, non ci interessa;
- Entrambi erano inoltre presenti dal notaio all'atto della sottoscrizione del mutuo con ipoteca in quanto comproprietari;
- I lavori di ristrutturazione hanno riguardato il rifacimento di tutti gli impianti acqua/luce/gas (il palazzo è stato costruito negli anni 70) e la loro messa a norma, caldaia nuova e termosifoni in ghisa, le finestre sono state cambiate perché entrava l'aria ovunque, il bagno rifatto, tinteggi e pavimenti nuovi. Le spese condominiali e quelle di ristrutturazione dell'esterno del palazzo (ritinteggio, pavimentazione eccetera) le ho sostenute io.
Il discorso che mio padre ha sempre fatto e credo ogni padre faccia, era: non ho i soldi per aiutarti a comprare casa, non li ho per la ristrutturazione, non li ho per sposarti, posso solo lasciarti quattro mura. Come per me non ce n'era nemmeno per mia sorella che si è trasferita, sposata e vive nella casa del marito.
Come è stato detto dovrò sedermi a tavolino e discuterne serenamente con lei. L'unica soluzione che si prospetta, non ho soldi per riscattare la sua quota, è di vendere cercando di poter recuperare il valore investito (con quanto ho speso in questi anni avrei potuto comprarmi un appartamento e non trovarmi in questa situazione ma le recriminazioni a posteriori servono poco).
Per quanto su esposto occorrono chiarimenti.
 
J

JERRY48

Ospite
Chiarimenti e meno pretese da parte della sorella, se non c'è stata donazione.
A priori d'accordo, a posteriori zizzanie
La sorella non può pretendere il 50% e se Galata non ha i soldi per acquisire la parte spettante alla sorella (beninteso non il 50%).
Parlare...parlare e addivenire serenamente ad un accordo. Si è dello stesso sangue e si vive una sola volta. E' meglio un dolor di tasca che...di cuore.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Normalmente il locatario col permesso del locatore con o senza un eventuale contributo del secondo, può apportare delle modifiche
importanti nell'alloggio. Alla fine della locazione le modifiche restano acquisite (salvo ripristino, improbabile...) senza per questo produrre delle compensazioni. Questo fra il proprietario e l'inquilino...Ma, perdinci, il padre non è il locatore e la figlia non è l'inquilina...e il rapporto in materia viene gestito e regolato non sulla base di una legge
(per me liberticida...) bensì su un rapporto di amore ed affetto la cui valenza è incommensurabile e "DOVREBBE" sfuggire o sottrarsi a qualunque imposizione legislativa...la quale dovrebbe intervenire solo quando lo stesso da positivo diventa negativo,
come del resto constatiamo. A me padre, tre volte padre, sentir parlare di affitto mi fa rivoltare le budella...Chiudo, limitandomi ad aggiungere, senza pretesa di tecnica giuridica,
che, come ti hanno già consigliato negli altri post di accordarti con la sorella, che l'eventuale valore a lei spettante (come parte lesa nella analogia virtuale testamentaria...) lo proporrai di frazionarlo...Altrimenti, se fossi io al tuo posto, col consulto di un professionista, forte che di fatto era un comodato gratuito ( e non un canone contrattuale) prospetterei che un eventuale suo ricorso al giudice non la troverebbe vincente su tutti i fronti...a parte l'impoverimento (suo innanzitutto...essendo l'attrice...) conseguente.
Per Jerri48, in seguito riproporrò questo caso come emblematico della mia tesi sulla COLLAZIONE-DONAZIONE. Auguri a Galata.Quiproquo.
 

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