Gianco

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Anche se puó sembrare strano sono arrivata a pensare che a me sia stato dato un quinto, per poter lasciare un quinto anche ai 2 nipoti maschi ( i miei figli) quindi un quinto é andato a mio fratello ( che probabilmente aveva aiutato con liquidi ma io non lo sapró mai ) e un quinto alla figlia di mio fratello. Tutti i ragazzi sono abbondantemente maggiorenni. Quindi in che senso sarei la favorita? io ho un quinto come tutti gli altri anche se ovviamente la quota dovrei metterla fuori io per i miei figli, di cui uno è disoccupato...
Stai parlando di supposizioni. Generalmente al decesso di un genitore si procede alla dichiarazione di successione per legge o per testamento o entrambi. Per cui la quota è certa, in un modo o nell'altro. Giustamente, Dimaraz faceva notare che tuo padre avrebbe potuto disporre di 1/3 del suo patrimonio a suo piacimento, mentre i restanti 2/3 sarebbero dovuti andare per 1/3 a ciascun erede, essendo moglie e due figli.
Pertanto le quote che indichi sono supposte non reali. Prima di tutto dovreste avere le idee chiare sulle quote spettanti a ciascuno, poi si affronta il problema.
 

Dimaraz

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Stai parlando di supposizioni.

A onor del vero "mi ero perso " tratto in inganno dalla spiegazione che fosse statoil padre a decidere...e mancando una esatta cronistoria avevo dato per assodato che i genitori fossero morti in contemporanea o che il padre fosse stato l'ultimo.
Ma rileggendo il post iniziale leggo che hanno ereditato dalla madre.
Al che vien da pensare che vi sia stata una prima successione (da padre a coniuge e figli) e poi una seconda (da madre a figli)...se entrmbe fossero stete testamentarie (con inlcuisone dei nipoti) allora sarebber diversa la quota di disponibile...ma ancora non al punto da giustificare il risultato finale.
 

Lisa64

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Il testamento é stato aperto regolarmente davanti al notaio ( e anche con spesa non indifferente) ancora nel 2005 alla morte di mio padre. Di questo testamento abbiamo poi trovato anche una copia in casa.
Lui lasciava l'appartamento in usufrutto alla moglie fino alla morte, e al suo decesso, avvenuto nel 2014, la suddivisione che ho citato ( un quinto ai 2 figli, un quinto ai 3 nipoti).Quindi è stato fatto tutto regolarmente.
Per di più c'è di mezzo anche l'appartamento del mare che era intestato a mia mamma e che quindi ė rimasto in eredità a me e a mio fratello.
Lui ha sempre detto che gli appartamenti andavano subito venduti , dopo il 2014, in quanto non ne ha bisogno ( penso che abbia preso accordi con la moglie e che forse abbia con lei dei debiti da saldare, ma è una mia supposizione, in quanto per i loro appartamenti non hanno certo badato al risparmio ed entrambi hanno uno "status" da mantenere) Io sono la sorella lontana, cancellata , per quanto chi ha assistito i genitori, con grossi sacrifici di viaggio ecc., ero io.Non parlo per "vittimismo" , perchè
sono sempre andata con affetto e disponibilità, per quanto non avessi molta voce in capitolo. Quindi mi chiedo se è giusto acquistare io le quote di mio fratello, magari perchè ha bisogno di cambiare auto, e poi se pretenderà lo stesso per l'appartamento del mare, che pur essendo più piccolo , ha maggiore valore nel mercato.
Lui ha parlato e scritto per mail di volersi dissociare da entrambi gli appartamenti!
 

basty

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Le divisioni ereditarie hanno purtroppo sempre implicazioni affettive o conflittuali: che non dovrebbero invece essere prese in considerazione.
Ti consiglio di non tenerne conto, e trattare la cosa solo sotto il profilo economico.

Tuo fratello è libero di avere le sue opinioni e di disporre delle sue proprietà come crede, così come tu sei libera di valutare la cosa anche sotto aspetti non strettamente economici. Comunque la vediate, la comunione ereditaria tra due famiglie distinte alla lunga è un vincolo che va sciolto.

Certamente voi eredi avete fatto le cose "regolari" col notaio: ma molto probabilmente a non fare le cose regolari è stato tuo padre, che con quel testamento ha leso i diritti "legittimi" di voi figli e della moglie. (i nipoti non erano eredi legittimi). Nessuno di voi ha contestato il testamento semplicemente perchè avendo nominato eredi i vostri rispettivi figli, in sostanza ed in prospettiva, le cose ritorneranno quasi equilibrate.
In ogni caso la famiglia di tuo fratello ha ereditato una quota inferiore (2/5) e questo non ha aiutato a rasserenare gli animi.

considero un mio diritto potere avere un punto di appoggio nella mia città di origine
Qui sbagli: lo puoi desiderare, così come immagino desidereresti conservare la disponibilità dell'alloggio al mare, ma dovrai fare delle scelte. Non sei piena proprietaria.

In questo non dò torto a tuo fratello: e francamente penso che una delle soluzioni migliori sia uno scambio di quote dove ognuno diviene pieno proprietario di un immobile.
Se la casa al mare ha più mercato forse copre il valore della quota del fratello in città. L'eventuale compensazione potrebbe non essere un grosso problema.
Dopodiché ognuno è libero di disporne come meglio crede: abitarlo, affittarlo in toto o in parte, venderlo ecc.

Per rispondere invece alla tua specifica domanda, teoricamente in una comproprietà un contratto di locazione firmato da un solo comproprietario produrrebbe effetti validi nei confronti del conduttore: il contratto resterebbe valido, ma poi te la dovresti vedere con il comproprietario, che potrebbe anche citarti.
 

Gianco

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Già il testamento non rispettava le quote di diritto spettanti agli eredi. Posto che avrebbe potuto disporre di 3/9 di quota disponibile da dare a chiunque, sugli altri 6/9 avrebbe dovuto destinare almeno 2/9 di proprietà a ciascun erede. Per cui ai nipoti avrebbe potuto attingere ai 3/9. Stante così la situazione, solo gli eredi legittimari avrebbero potuto impugnare il testamento. Se vi siete adeguati, con il decesso di vostra madre nulla vi è dovuto se non la riunione dell'usufrutto alla nuda proprietà. E le quote assegnatevi non corrispondono a quelle che vi sarebbero spettate.
 

Luigi Criscuolo

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Lui lasciava l'appartamento in usufrutto alla moglie fino alla morte, e al suo decesso, avvenuto nel 2014, la suddivisione che ho citato ( un quinto ai 2 figli, un quinto ai 3 nipoti).Quindi è stato fatto tutto regolarmente.
mi sembra molto strano che il notaio abbia accettato un testamento di questo tipo in quanto il testante non può dare indicazioni sulla destinazione futura dei suoi beni destinati ad un erede legittimario. Era, visto che sono passati 11 anni dalla apertura della successione di tuo padre, palesemente impugnabile.
Essendo morto dopo l'entrata in vigore (19 maggio 1975) del nuovo diritto di famiglia a tua madre nel testamento dove essere riservata 1/4 di diritto di proprietà sulla casa familiare nonché il diritto di abitazione e di uso del mobilio (se permetti così blindata tua madre dell'usufrutto su tutta la casa se ne sbatteva i baffoni ant.. e post...); a voi due figli doveva lasciare 1/2 in parti uguali cioè 1/4 di proprietà della casa ( se permetti 1/4 di proprietà è più di 1/5 della stessa proprietà) ed infine 1/4 di proprietà, che rappresentava la quota disponibile da dividere, o in parti uguali o come gli garbava, tra i 3 nipoti (anche qui 1/12 di proprietà e senz'altro meno del 1/5 a loro arrivato per testamento).
Ora che chi redige il testamento possa andare contro le norme della successione testamentaria è una cosa possibile e fattibile se le volontà del testante stanno bene a tutti gli eredi e che non ci sia qualcuno che recrimina la sua parte legittima. A volte lo si fa per rispetto delle volontà di una persona che è morta e non può più controbattere. Ma se qualcuno si sente leso nella sua quota legittima e si rivolge ad un giudice il testamento viene corretto applicando le norme del c.c. .
Tuttavia il testamento di tuo padre, da quello che hai scritto, ha dato disposizione sulla destinazione futura di porzioni di proprietà che con la sua morte non sarebbero state più sue. Ha dettato delle clausole che sarebbero dovuto compiersi dopo la morte di tua madre e questo non si può fare. Ripeto mi sembra strano che il notaio aprendo il testamento non abbia obiettato alcunché.
 
Ultima modifica:

basty

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Ripeto mi sembra strano che il notaio aprendo il testamento non abbia obiettato alcunché.
La regolarità della successione non era oggetto della domanda, quindi qui tutti noi aggiungiamo osservazioni al contorno, solo per amor di chiarezza.

Evidentemente gli interessati hanno ritenuto di non opporsi e forse la descrizione fornita non rispecchia esattamente ciò che era scritto nel testamento.

Il notaio non poteva certamente avallare e dar seguito ad una disposizione che disponeva della sorte della quota dei beni che gli eredi avrebbero dovuto ereditare: mi riferisco alla quota ai nipoti.

Ritengo più probabile che le assegnazioni dei 1/5 ai nipoti siano avvenute quindi fin dal testamento del padre: alla moglie lasciando solo l'intero usufrutto.

Solo così la Agenzia delle Entrate poteva accettare la voltura sulla prima successione.

Se ciò non è avvenuto, hanno saltato un passaggio e l'Agenzia delle Entrate potrebbe svegliarsi e chiedere la rettifica e le imposte per il doppio passaggio di proprietà.
 

Lisa64

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Ringrazio tutti voi che siete intervenuti : ogni risposta è ricca, oltre che di competenza, anche di quelle considerazioni umane e "pratiche" che è difficile prendere in prima persona.
Interessante anche la storia dei 3/9, che non conoscevo.
Ma come ha potuto allora accettarla il notaio? I notai sono tenuti a contestare/ contrastare suddivisioni arbitrarie come questa?E noi , se ne fossimo stati a conoscenza, avremmo potuto fare qualcosa quando mio padre era ancora in vita?
È vero anche, come nota Basty, che la situazione non ha certo contribuito a rasserenare gli animi. Io rimango convinta ( e mi scuso per i termini "terra terra" che uso ma non sono ferrata in questo settore di diritto ed eredità) che comunque da parte di mio padre ci fosse l'intenzione di "riparare" con questa divisione aiuti economici dati a mia insaputa a mio fratello , ma non ne ho le prove, perchè non ho mai avuto la delega per potere almeno visualizzare il conto corrente cointestato prima ai genitori e a mio fratello, poi a mia madre e a mio fratello.
Quindi non so in che modo mio fratello abbia usufruito di questo conto corrente, che almeno inizialmente doveva essere piuttosto elevato per quei tempi.
A mio parere mio fratello non avrebbe dovuto contrastare le mie ripetute legittime richieste di partecipare anch io alla cointestazione del c.corrente.
Neppure mia madre era d'accordo in questo: e quindi mi sono trovata a sbattere contro un muro, che magari non nascondeva niente , oppure poteva nascondere molto.
Ma ormai non ha più importanza, vedremo come cavarcela con lo scambio di quote.
Il mio intento di tenermi una piccola fetta anche della casa di città era soprattutto perchè mio fratello ( forse più a parole che a fatti?) non vuole tenere niente neppure dell'arredo- mobili di famiglia, ricordi, soprammobili di fine 800, opere dell'ingegno di mio padre astronomo, foto bellissime e vecchi ritratti, poesie scritte dalla mamma-
vendendo la casa rimarremmo senza garage e quindi senza un deposito .
In questo senso non volevo lasciare tutto nelle sue mani. Già mio padre fece così molti anni fa con la madre ( la nonna pTerna per me), svendendo a "scatola chiusa" la sua bellissima casa liberty al mare, che poi, non essendoci ancora la normativa che lo proibiva- fu abbattuta e sostituita da due pretenziosi ambiziosi condomini per le figlie di chi aveva acquistato la vecchia casa.Io vorrei solo che questo non si ripetesse.
Ma capisco che le mie considerazioni non sono oggettive ...
GRAZIE DI NUOVO
 

Lisa64

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Confermo che la suddivisione in quinti era stata fatta nel testamento di mio padre in contemporanea all'usufrutto della casa di città a mia madre, poichè a lei era stata intestato l'appartamento del mare.
 

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