Nemesis

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basty

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La risposta di Nemesis , è come al solito sintetica e categorica.

Dato che ritieni mi fossi arrampicato sugli specchi, ci tengo a puntualizzare.

Se pensi che questo sia sufficiente per l'usufruttuario per pretendere di andare ad abitarci
Sufficientissimo, non dimenticare soprattutto che già ora ci abita.
Non ci sono due usufruttuari,
Come no? Se il nostro avesse venduto il suo 50% di usufrutto risulterebbe:
1°-Pieno proprietario al 50% = (nuda proprietà + usufrutto) al 50%---> la sorella
2°-Usufruttuario al 50% = usufrutto al 50% ---> il patrigno
3°- Nudo proprietario del 50% : il postante

Sul resto rileggiti le risposte nel contesto della discussione. Non ho cercato di aver ragione: ho espresso le mie convinzioni. Pare non siano del tutto errate.
 

Luigi Criscuolo

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Sufficientissimo, non dimenticare soprattutto che già ora ci abita.
non direi proprio. Il signore, al quale si vorrebbe vedere l'usufrutto sul 50% della proprietà indistinta di uno dei due coeredi, per il momento sta occupando la casa senza averne alcun titolo: il fatto di essere stato il compagno della piena proprietaria, adesso che la piena proprietaria non c'è più, non è motivo sufficiente per accampare il diritto di continuare ad abitarci perché non è stato sottoscritto neanche un patto di convivenza. La proprietà è cambiata per successione, quindi, per il momento, ci sono due pieni proprietari al 50% tra di loro e basta,
Se il nostro avesse venduto il suo 50% di usufrutto risulterebbe:
1°-Pieno proprietario al 50% = (nuda proprietà + usufrutto) al 50%---> la sorella
2°-Usufruttuario al 50% = usufrutto al 50% ---> il patrigno
3°- Nudo proprietario del 50% : il postante
None!!! Il pieno proprietario è pieno proprietario e basta. Il pieno proprietario gode, in virtù della pienezza della proprietà acquisita dei frutti generati dal bene di cui è proprietario. In caso di scioglimento della comunione ereditaria la sorella del postante venderebbe la piena proprietà, il postante la nuda proprietà; poi se l'usufruttuario del 50% della proprietà vuole vendere il suo diritto bene altrimenti il prezzo dell'appartamento si abbassa al punto tale da rendere appetibile l'acquisto ai caimani che presidiano le vendite giudiziarie. Ci penseranno loro a sistemare le cose.
E l'usufruttuario continua ad avere il suo diritto.
certo!!! e chi ha detto il contrario!!!. Tuttavia l'usufrutto sul 50% dell' appartamento non giustifica automaticamente il diritto di abitare nell'appartamento stesso.
 

basty

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Secondo il tuo ragionamento nè il titolare del 50% di usufrutto, nè il pieno proprietario dell'altro 50% avrebbero allora il diritto di abitare/usufruire della casa. Non lo trovi paradossale?
Quanto alla equivalenza tra piena proprietà e la somma di nuda proprietà più usufrutto , si vede che hai avuto finora la fortuna di non aver ancora dovuto trattare una voltura successoria, dove dover imputare tutti i diritti in essere in modo che la somma sia sempre 100%
 

basty

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Ciò premesso, non sto sostenendo che la cessione del l'usufrutto sia una soluzione da consigliare. Ma le motivazioni non sono quelle che segnali
 

basty

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Tra i possibili accordi, ci sono svariati sbocchi: locazione parziale, comodato, coabitazione. Tutte soluzioni che non hanno come conseguenza necessaria l'uscita di casa del comproprietario o cousufruttuario, come invece appariva dalla tua affermazione.
 

Luigi Criscuolo

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Tutte soluzioni che non hanno come conseguenza necessaria l'uscita di casa del comproprietario o cousufruttuario, come invece appariva dalla tua affermazione.
tu e @Franci63 (che ad ogni tuo intervento mette il mi piace), vi siete arroccati in una posizione solo ipoteticamente difensibile.
La situazione attuale è : proprietaria di un appartamento che muore senza fare testamento; viene fatta la successione ed i due figli diventano pieni proprietari al 50% indiviso dell'appartamento (e non nudi proprietari+usufruttuari perché il de cuius ha lasciato in eredità il 100% di piena proprietà) . Al momento della morte della proprietaria abitava nella medesima abitazione il compagno di lungo corso della proprietaria; questa persona, che non è stata protetta dalla proprietaria, ora è un occupante senza titolo dell'appartamento. Punto e basta. Poi gli eredi hanno un pensiero diverso su come gestire la parte di piena proprietà: la figlia vorrebbe vendere l'appartamento e chiaramente lo vorrebbe vendere libero da cose e persone per ottenere il massimo ottenibile.Il figlio è indifferente alla vendita, quello che più gli preme è che il compagno di lungo corso della madre continuasse ad abitare nella casa che era di proprietà della madre. Ora se ci fosse un accordo di qualsiasi tipo, gratuito o oneroso, tra i pieni proprietari non staremmo a discutere. Ma se non c'è accordo l'unica strada è lo scioglimento della comunione. Il buon @Gianco ha suggerito al figlio, per evitare o rallentare la vendita all'incanto della casa, di cedere (e non vendere) l'usufrutto sulla parte di piena proprietà acquisita. Tale mossa a mio avviso non sortirà il risultato di far permanere il compagno della defunta nella casa che ora è diventata di proprietà dei due figli. In caso di vendita chi compra comprerebbe il 100% di nuda proprietà + il 50% di usufrutto sulla proprietà indistinta dell'appartamento; il compagno rimarrebbe con il restante 50% di usufrutto sulla proprietà indistinta dell'appartamento. Voi pensate che questa situazione non sia un affare per chi bazzica negli ambienti delle vendite giudiziarie per cui non si troverebbe un acquirente?
L'usufrutto sul 50% di proprietà indistinta dell'appartamento è equipollente all' altro 50% di usufrutto (o di piena proprietà) pertanto se entrambi intendessero usufruire del diritto di abitazione ci dovrebbe essere un altro procedimento. Non vale il "io c'ero prima di te" oppure come hai ventilato "vieni anche tu ad abitare con me".
Questo tu e @Franci63 riuscite a realizzarlo?
 

Franci63

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tu e @Franci63 (che ad ogni tuo intervento mette il mi piace), vi siete arroccati in una posizione solo ipoteticamente difensibile.
Non corrisponde al vero l’affermazione che metto il mi piace a @basty ad ogni suo intervento, quantunque spesso,mi trovi in accordo con lui.
Non ho “ posizioni solo ipoteticamente difensibili “ ( tra l’altro, bello il neologismo “difensibili “).
Ho opinioni, che a volte contrastano con le tue; non è mica una questione personale.

Ne ho mai sostenuto l’idea di dare l’usufrutto, anzi, ho scritto ben altro:
Se davvero tua sorella intende vendere conviene proprio accordarsi e vendere insieme, lasciando stare i giudici .
Con i soldi ricavati potrai sempre aiutare il compagno di tua madre , anche se non è la strada da te preferita.
L’unica alternativa è quella di rilevare tu la quota di tua sorella.
Certamente, ma se la madre non ha pensato di lasciare l’usufrutto al compagno come quota disponibile , non vedo perché la sorella dovrebbe essere giudicata male se spera di poter vendere quello che è suo.
La generosità è sicuramente apprezzabile, ma non può essere pretesa.
Come vedi ho suggerito altre strade, perché non sempre si può ottenere quello che si desidera, anche se animati da ottime intenzioni.

Però continuo a sostenere, come @basty, che , se uno avesse il 50%di usufrutto, non gli è impedito di abitare legittimamente l’immobile, senza impedire pari uso all’altro comproprietario.
È una situazione consigliabile? Secondo me no.
È lecito? Si.

Quanto alla chiosa finale :
Questo tu e @Franci63 riuscite a realizzarlo?
In comunicazione si dice che se l’interlocutore non capisce, e perché chi parla (o scrive) non è stato in grado di spiegarsi , o non aveva validi argomenti .
Sarà questo il caso , o è solo che la buona creanza è diventata un “optional”?
 

basty

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Non metto a mia volta il mi piace a @Franci63 per non urtare la tua suscettibilità ma se lo merita per chiarezza e per proprietà. Certamente il fatto che abbia condiviso molti miei interventi qui espressi, mi ha rassicurato sulla correttezza della mia risposta.
Se poi mi chiedi se una coabitazione tra estranei fosse consigliabile, ....
 

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