Mr Paolo

Membro Junior
Proprietario Casa
Buongiorno, ho acquistato un immobile indipendente tipo villetta a schiera nel 1985
dal primo proprietario costruita nel 1950. L'ho rivenduta a un terzo proprietario nel 2000.
L'immobile a mia insaputa non aveva accatastata la cantina sottostante all'appartamento.
Il comune ha chiesto al nuovo proprietario di regolarizzare nel 2017 e ora il terzo
Proprietario mi chiede le spese sostenute, €700 per il comune e €3000 per il geometra.
Inoltre tramite avvocato mi chiede di sostenere le spese per evitare causa legale.
La mia domanda, premesso che sembra non esserci prescrizione e che agli atti notarili tra
privati nulla è emerso, a chi spetta pagare?
Grazie
Mr Paolo
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Bisognerebbe leggere bene gli atti e verificare normativa dell'epoca.
Ad esempio avevi rilasciato dichiarazione di regolarità urbanistica/catastale?
Vi era certificazione di un tecnico?
È dal 2010 la norma che prevede la "nullità" dell'atto se risultano difformità catastali o abusi edilizi.

Discutibile anche la richiesta di sostenere spese per incarichi dati dall'acquirente che avrebbe dovuto comunicarti la scoperta e definire tutto prima di commissionare l'incarico.
Da spiegare come mai il Comune sia arrivato alla richiesta di regolarizzare dopo tanti anni.

Secondo quale criterio non ci sarebbe prescrizione a 17 anni di distanza?
 
Ultima modifica:

Francesco inkazzato

Membro Attivo
Professionista
Concordo con quanto ha scritto Dimaraz, ammesso che la cantina non era accatastata l'ultimo acquirente avrebbe dovuto comunicarti prima l'intenzione di affidare incarico ad un Tecnico.
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
Da spiegare come mai il Comune sia arrivato alla richiesta di regolarizzare dopo tanti anni.
L'acquirente avrà voluto farne un locale abitabile, e ha scoperto che non risulta .
Certo è difficile pensare che il Comune si sia mosso senza un impulso dell'attuale proprietario. Non penso vada in giro alla ricerca di cantine "fantasma".

Dopo 17 anni mi sembra irrealistico chiedere qualcosa al venditore.
Ci sta provando, oltretutto con una parcella del geometra che mi pare altina, per accatastare una cantina (ma forse sbaglio).
 

alberto bianchi

Membro Storico
Proprietario Casa
Questa discussione mi ha fatto ricordare una storiella che faceva parte dello studio della lingua francese alle scuole medie oltre mezzo secolo fa, e che si intitolava " Les trois aveugles de Compiègne,". E' mai possibile (reiterando la perplessità già espressa dal Maestro @Dimaraz ) che, dal 1950 ( 67 anni fa) mai nessuno, tra venditori, acquirenti, tecnici e notai, si sia accorto della cantina fantasma ? Boh ! Incuria, furbizia negligenza ..?
Per i curiosi allego la storiella citata:
Les Trois Aveugles de Compiègne - Wikisource
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Essendo la casa costruita nel 1950 non può essere considerata abusiva, per cui si sarebbe dovuta dichiarare nel progetto con il primo intervento edilizio che si sarebbe dovuto fare. Catastalmente poteva essere inserita con una variazione per ampliamento. Il problema si limita al fatto che la pratica docfa oggi deve essere trattata diversamente da come avveniva nel '50 o nel '85, per cui allo stato occorre rilevare tutto il fabbricato e procedere all'accatastamento in forma digitale. Evidentemente il dover inserire la cantina è un complemento all'accatastamento dell'intero fabbricato. Pertanto il costo dell'operazione deve essere parziale solo per la pratica catastale. Mentre nulla è dovuto per la pratica edilizia. Confermo che il vecchio proprietario sarebbe dovuto essere contattato prima di eseguire gli interventi.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Bisognerebbe leggere bene gli atti e verificare normativa dell'epoca.
Ad esempio avevi rilasciato dichiarazione di regolarità urbanistica/catastale?
Vi era certificazione di un tecnico?
È dal 2010 la norma che prevede la "nullità" dell'atto se risultano difformità catastali o abusi edilizi.

Discutibile anche la richiesta di sostenere spese per incarichi dati dall'acquirente che avrebbe dovuto comunicarti la scoperta e definire tutto prima di commissionare l'incarico.
Da spiegare come mai il Comune sia arrivato alla richiesta di regolarizzare dopo tanti anni.

Secondo quale criterio non ci sarebbe prescrizione a 17 anni di distanza?
Gli abusi edilizi o catastali non si prescrivono mai come reato come ammenda sì.
Scommetto che il tutto è venuto fuori per la perizia sull’immobile per una valutazione immobiliare (magari per rivederlo a sua volta) ed il perito essendo tenuto anche alla verifica delle autorizzazioni comunali e del Catasto è venuto fuori tutto ciò!

Potrebbe anche essere per un mutuo ipotecario la cui garanzia è l’immobile.
Se il perito rileva queste difformità per un immobile sottoposto a mutuo è molto facile che la Banca non accetti e si tiri indietro o comunque che richieda (giustamente anche) l’aggiornamento degli atti in Comune e Catasto proprio per una commerciabilità dello stesso in futuro.
Non sarebbe ne la prima ne l’ultima volta che succedono queste cose!
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Immaginiamoci il danno per una banca in caso di pignoramento dell’immobile con vendita all’asta quando risultassero persino abusi edilizi o catastali.
Oltre ad avere un prezzo già più basso del mercato a parità di bene avrebbe un ulteriore danno di valore per gli abusi.
Finendo a peggiorare la situazione degli NPL bancari di cui gli immobili sono un buon 40%
anche se le condizioni stanno veramente migliorando La svolta degli Npl
 

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