Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
È una palazzina di 3 piani, all'epoca 3 appartamenti: i miei, mio zio e il cugino di entrambe.
So solo che tale dicitura era nella atto dei miei, di suo fratello, non più in vita, e di suo cugino il cui figlio che abita attualmente nella palazzina, sostiene che la signora vaneggia

Quindi sono almeno 3 gli atti in cui è riportato un "diritto" ...bisognerebbe leggere le testuali parole.


Perché come può un notaio vendere un terreno che non è del venditore ma ne ha solo i diritti di utilizzo?

Un Notaio non vende nulla ma "registra" quel che viene dichiarato dalle parti.
Prima di dire che ha commesso illecito va letto cosa è scritto.
 

Stefania.leodori

Membro Junior
Proprietario Casa
Quindi sono almeno 3 gli atti in cui è riportato un "diritto" ...bisognerebbe leggere le testuali parole.




Un Notaio non vende nulla ma "registra" quel che viene dichiarato dalle parti.
Prima di dire che ha commesso illecito va letto cosa è scritto.
" Quel che viene dichiarato" ....ma un notaio non dovrebbe fare accertamenti prima? Si nei vecchi atti risalenti intorno ai primi anni 70 parla di diritti di spettanza. In quello dei miei, di mio zio e del cugino di mio padre. Di comune accordo ricordo mio padre mi disse che quel terreno era stato diviso in 3 proprio perché era di tutti. E che dato che i miei non ci sono più, la tizia, vuole riprendersi ciò che è sempre stato suo. Da molto tempo, dice...." è mio perché tuo zio me lo ha venduto". Alla fine non che mi importi in quanto è una seconda casa per me ma trovo assurdo tutto ciò. Come può essere possibile che una persona possa vendere ciò che non è suo ma di tutti? Come se in un condominio uno dei condomini vendesse un cortile che è di uso comune a tutti.
Non necessariamente.
A ecco, non sapevo
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Si nei vecchi atti risalenti intorno ai primi anni 70 parla di diritti di spettanza
Non hai ancora precisato le testuali parole e se le stesse hanno identico intendimento/significato.

Esemplifico:
A) Tutti gli atti (escluso il tuo ultimo) precisano che il venditore cede a parte acquirente il "diritto di spettanza" ( alias diritto d'uso) in modo indiviso...allora significa che tutti sono proprietari sia del terreno che dell'uso.

B) Tutti gli atti menzionano tale "diritto" ma con differente formulazione ovvero quello originario di tuo zio ed il successivo della signora fissano un diritto a loro esclusivo favore mentre in quello dei tuoi genitori e del cugino di converso si indica come unico fruitore chi possiede (per logica) il piano terreno (prima tuo zio e dopo tal signora).
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
A ecco, non sapevo

L'usucapione si compie decorsi 20 anni di possesso ininterrotto "uti dominus"... una "sentenza/causa" serve solo a certificare in caso di contestazioni.
Se qualcuno 50 anni fa ha dichiarato al Notaio di vendere una proprietà usucapita...l'atto è valido e sufficiente per l'acquirente.

Una divisione concordata verbalmente ha valore pressoché nullo.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Salve, volevo porre un dubbio. Sul vecchio atto dei miei genitori di casa (poi passata a me), e di suo cugino, è scritto che il terreno che circonda la palazzina ci sono i diritti di spettanza. Mio zio negli anni 70 ha venduto la sua casa, nella stessa palazzina, ad una signora che continua a dire da anni che il terreno intorno alla palazzina è suo perché è scritto nel foglio del catasto, adducendo che glielo ha venduto mio zio. Come ha fatto mio zio a vendere una proprietà non sua ma di uso comune a tutti? Come far capire alla tizia che il catasto non fa proprietà?
Nel mio atto di 13 anni fa non è più menzionata la voce "diritti di spettanza" .
Normalmente l'immobile viene venduto nello stato di fatto in cui si trova con tutti i diritti attivi e passivi. Quindi se il cortile era in comproprietà, salvo che uno abbai escluso l'accesso agli altri aventi diritto da oltre vent'anni, resta in comproprietà.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Se per diritto di spettanza si intende il diritto di poter costruire su di un terreno senza acquisire la proprietà del terreno stesso, questo diritto si estingue dopo venti anni che non è stato esercitato.
Se non è specificatamente indicato quello specifico "di costruire", s'intende che ciascuno dei comproprietari ha diritto alla sua quota.
 

vittorievic

Membro Senior
Proprietario Casa
nei vecchi atti risalenti intorno ai primi anni 70 parla di diritti di spettanza
non è che questi "diritti di spettanza" sono indicati genericamente nella frase omnicomprensiva che recita più o meno: "la proprietà viene venduta nello stato di fatto e di diritto in cui si trova compreso le servitù attive, passive ...."?
Perché il diritto di proprietà va indicato e descritto accuratamente: si indicano i confini e cosa compone la proprietà.
Il catasto, anche se fa riferimento a strumenti giuridici, non è probante la proprietà, bisogna vedere cosa risulta alla ex Conservatoria dei Registri Immobiliari.
Se il terreno che circonda l'edificio è di proprietà comune ed indivisa andava indicato in tutti i passaggi di proprietà. In quanto tale, in tutte e 3 le visure catastali dovrebbe essere riportata la proprietà indivisa per 1/3 concordemente a quanto denunciato da ogni singolo proprietario durante la registrazione della acquisizione di proprietà che viene indicato sommariamente: data di registrazione, n° di registrazione e nome del notaio.
Gli accordi verbali non contano nulla.
Vedo che mentre scrivevo è intervenuto più compiutamente e sinteticamente @Gianco.
 
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