uva

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Dove verrebbe fatto il riferimento alle categorie catastali?
L'Accordo Territoriale di Torino non fa riferimento alle categorie catastali.
Il mio era solo un esempio; ho citato l'Accordo che devo considerare per i contratti concordati relativi ad appartamenti situati nel mio Comune.

Invece l'Accordo del Comune di @lillone67 riporta le tipologie di immobile (post n.#8) che evidentemente si ricollegano alle categorie catastali.

A parte le discussioni su ciò che è logico oppure no (che non risolvono il problema), secondo me i proprietari devono rassegnarsi. Se desiderano stipulare un contratto concordato devono seguire scrupolosamente l'Accordo Territoriale del Comune dove si trova l'immobile.
Se non lo fanno, rischiano di perdere i benefici fiscali (cedolare secca e IRPEF ridotte, aliquota IMU agevolata).
 

basty

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Allora: nell'accordo territoriale di Piombino del 2015 non si fa cenno alle categorie catastali, ma solo alla presenza contemporanea di un certo numero di caratteristiche per individuare la tariffa appropriata fra 3 classi ABC (Migliore, Media, Minore)

Il ché confermerebbe che anche Piombino segue il criterio logico della 431.

Sarebbe interessante conoscere dove il nostro abbia letto il riferimento alle categorie catastali.

http://www.comune.piombino.li.it/moduli/output_immagine.php?id=5008
 

basty

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Grazie: sposterò le ricerche su Salerno. Puoi postare il documento che fa riferimento alle categorie catastali?
 

basty

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Credo che l'accordo preso a riferimento sia quello qui allegato: pur usando le medesime dizioni, non fa esplicito riferimento alle categorie catastali.

Io concluderei che nulla vieta ad un A2, che contempli solo 3 delle caratteristiche richieste, di posizionare il canone nella fascia 2°: del resto la regola è di stabilire il livello minimo delle caratteristiche.

Per estremizzare credo che se un inquilino trova un locatore disposto a concordare un contratto stabilendo le tariffe di 2° fascia (dal 26% al 50% della fascia min-Max), pur mettendo a disposizione una u.i. che potrebbe rientrare nella 4° fascia (75%÷100%), gli si facciano ponti d'oro. Sia da parte delle organizzazioni sindacali inquilini che dall'inquilino stesso.

https://www.sunia.it/wp-content/uploads/2015/10/acc_salerno.pdf

@uva, che ne pensi?
 

uva

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Io confermo ciò che ho già scritto nel post n.#11.

Il contratto concordato permette al locatore di beneficiare di importanti agevolazioni fiscali: aliquota IMU agevolata; cedolare secca, IRPEF, imposta di registro ridotta.
Quindi se l'unità immobiliare non presenta tutti "parametri" (intendo dire le caratteristiche tecniche, elementi, ecc) previsti dall'Accordo Territoriale, il contratto concordato per quell'unità immobiliare non si può fare.

Questo indipendentemente dall'intesa raggiunta tra locatore e inquilino.

Generalmente copia del contratto concordato deve essere inviata al Comune per beneficiare dell'aliquota IMU agevolata. Qui a Torino esiste un Ufficio comunale che fornisce informazioni in merito ai contratti concordati.
Quindi @lillone67 può informarsi preso il Comune di Salerno; oppure presso una delle Associazioni di categoria che hanno firmato l'Accordo.
 

basty

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Permettimi di dissentire, almeno per la forma. È di tutta evidenza che la cosa migliore sia quella di confrontarsi con le associazione firmatarie, e soprattutto con l'ente che riconosce a tali contratti Benefici fiscali vari.
Ma ciò non risponde alla domanda e non contribuisce a formare una posizione utile nel momento in cui il nostro si rapporterà con tali enti.
Qui il testo del contratto base non verrebbe intaccato: ed è inconfutabile che il testo dell'accordo non faccia esplicito riferimento alla codifica catastale. Aggiungo pure che la definizione proposta per la caratteristica di fabbricato popolare ed economico non introduce alcuna discriminazione tra le due, che appaiono identiche.
Altra ovvia considerazione è che non si possa contestare che un bicchiere più pieno non sia almeno mezzo pieno: in sostanza un A2 ha qualcosa in più rispetto ad un A3, non in meno.

Già queste semplici considerazioni che non mi paiono illogiche, mi sembrano sufficienti a sostenere la possibilità di rientrare in una delle fasce previste.
Se la risposta "ufficiale" fosse di segno opposto io mi stupirei molto: e credo farebbe altrettanto un legale equipaggiato di nozioni di diritto ben superiori alle mie.

Il vero problema del nostro postante credo invece sia il disappunto nel dover adottare la fascia inferiore, prevista per u.i. Tipo A3, pur avendo un immobile tipo A2
 

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